Eni, FS, Fiat: la 500 rossa invade Milano
che diventa la capitale del car sharing

La Fiat 500 rossa vicino al Frecciarossa a Milano Centrale
La Fiat 500 rossa vicino al Frecciarossa a Milano Centrale
di Giampiero Bottino
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Martedì 17 Dicembre 2013, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 16:15

MILANO - Il capoluogo lombardo vuole diventare un punto di riferimento di livello internazionale nel campo della mobilit sostenibile. Se per quanto riguarda il trasporto pubblico ci sono in Europa delle città storicamente più attrezzate (basti pensare alle metropolitane di Parigi o Londra), se le piste ciclabili di Amsterdam, Copenaghen e Berlino sono su un altro pianeta per diffusione, qualità, rispetto delle norme che ne regolano l'impiego e tutelano la sicurezza di chi le usa, c'è un aspetto della sostenibilità nel quale la città può aspirare legittimamente alla leadership.

Alternativa. Stiamo parlando del car sharing, la formula di condivisione organizzata dell'automobile che dopo una fase di avvio stentata sembra aver davvero decollato a Milano. Non a caso una nuova, importante iniziativa è stata presentata nella prestigiosa sede di Palazzo Reale, nel cuore di Milano a due passi da Duomo. Del progetto si trovano riunite - come ha detto il sindaco Giuliano Pisapia che della mobilità sostenibile ha fatto una delle priorità della sua Amministrazione - tre assolute eccellenze italiane: Eni, Fiat e Trenitalia presenti all'incontro con i loro massimi vertici.

La flotta. Sono già iniziate le consegne delle prime tra le 644 Fiat 500 e 500L che entro l'inizio del 2014 saranno a disposizione degli utilizzatori milanesi, facendo di Enjoy - questo il nome dell'iniziativa - «la più grande flotta di car sharing in Italia», come ha detto Alfredo Altavilla, responsabile del Lingotto per l'area Emea. Oltre a fornire in leasing le vetture, la casa automobilistica mette a disposizione - tramite la controllata Leasys - la propria esperienza e i propri servizi nel campo della gestione e dell'assistenza di parchi auto.

La gestione. L'investimento richiesto dall'operazione, e non quantificato ufficialmente, è totalmente a carico del gruppo petrolifero che ha promosso la partnership nell'ottica di quel coinvolgimento dei privati che ha permesso al car sharing di fare il salto di qualità propiziato, come ha detto Pierfrancesco Maran, assessore ai Trasporti e Mobilità del Comune di Milano, «dalla decisione di rinunciare ai grandi investimenti pubblici indirizzati a pochi utilizzatori» per sostituirli con occasioni di business affidate a operatori qualificati.

Il business. Nella sua qualità di «capocommessa», l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni ha precisato che il break even di Enjoy è previsto per il 2016, mentre ha per ora escluso delle immediate estensioni dell'iniziativa («Stiamo partendo adesso per la prima tappa») sia all'hinterland milanese, sia ad altre città. «Ma quando lo faremo - ha precisato - le prime indiziate potrebbero essere Torino e Roma». Si tratta comunque di una formula che, come ha sostenuto Altavilla, ha tutte le caratteristiche di un prodotto italiano di successo, suscettibile anche di essere esportato».

Il servizio. A differenza di altre analoghe iniziative, Enjoy non prevede né iscrizione né tessera (con i relativi costi): si individua e si prenota la vettura via internet o tramite l'apposita app, ma si sta valutando anche la possibilità dell'utilizzo spot mediante lo sblocco istantaneo della vettura e l'addebito della tariffa, calcolata al costo di 25 eurocent al minuto d'impiego, tramite smartphone e gli sms. Peculiare è anche la disponibilità della funzione sosta: per 10 centesimi al minuto, l'utente può mantenere l'auto a propria disposizione anche da ferma, ad esempio per portare a termine delle commissioni.

I vantaggi. Come tutte le auto in car sharing, anche le rosse 500 di Enjoy possono parcheggiare gratuitamente nelle strisce gialle e blu e non sono soggette a al pagamento dell'Area C. Non si tratta di generosità comunale, magari dettata dalla speranza di avere in centro vetture più moderne e pulite: i relativi costi sono in pratica sostenuti dai gestori del servizio, che per ogni vettura in car sharing (e a Milano ne sono registrate 1.300) versano nelle casse di Palazzo Marino la cifra forfettaria di 1.100 euro all'anno.

I gestori. Cosa ha spinto i tre partner a mettere insieme l'iniziativa? Per Scaroni l'idea è stata suggerita dall'occasione di sottolineare l'impegno dell'Eni nel campo della sostenibilità e per riaffermare l'immagine del marchio. Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, vede nel car sharing un complemento ideale per il treno, per la capacità di facilitare la mobilità urbana agli utenti delle varie Frecce, una sorta di «ultimo miglio» dopo il viaggio ad alta velocità: «Crediamo fermamente nella potenzialità di queste soluzioni di mobilità integrata». Altavilla, infine, pensa che per i costruttori si «tratte di una grande opportunità per avvicinare alle nostre auto - con una specie di lunga prova su strada - molti potenziali clienti», ricordando che la mobilità sostenibile in tutte le sue sfaccettature rappresenta una sfida inevitabile per chi opera nell'automotive.

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