L’Ascoli calcio 1898
è virtualmente finita

Nicoletti e Auriemma all'arrivo in procura ad Ascoli
Nicoletti e Auriemma all'arrivo in procura ad Ascoli
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Lunedì 16 Dicembre 2013, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 15:23
ASCOLI - S appena conclusa l’assemblea degli azionisti dell’Ascoli calcio. Nonostante il rinvio di un’ora chiesto da Guido Manocchio, l’assemblea andata deserta per l’assenza dei principali azionisti, ovvero la famiglia Benigni. L’amministratore unico dimissionario Nicoletti ha quindi chiuso la seduta dichiarando lo scioglimento della società bianconera. Ora porterà in tribunale gli ultimi tre bilanci societari. L’Ascoli calcio 1898 è virtualmente finita.



La mattinata aveva avuto momenti coincitati nel tentativo di recuperare la situazione.

L'ex amministratore unico dell'Ascoli calcio Costantino Nicoletti e l'ex responsabile dell'area tecnica Raffaele Auriemma si erano presentati stamani alle 9 negli uffici della Procura di Ascoli.



Erano accompagnati da un avvocato. La visita alla magistratura era connessa alla crisi economica della società bianconera, attesa domani in Tribunale per un'udienza riguardante tre istanze di fallimento.

Si sono diretti verso gli uffici della procura.



In tribunale anche emissari della famiglia Benigni. Quest’ultimi hanno chiesto lo slittamento di cinque mesi dell’udienza sulle tre istanze di fallimento previste per domani.



Questa mattina era in programma anche l'assemblea degli azionisti, indetta in seconda convocazione dopo l'assenza di ieri del patron Roberto Benigni, azionista di maggioranza, in queste ore impegnato a

individuare un nuovo amministratore unico per presentare al Tribunale una richiesta di concordato preventivo che eviti il fallimento.



Successivamente l’assemblea degli azionisti dell’Ascoli calcio era stata rinviata di un’ora. Il patron Roberto Benigni era infatti alla disperata ricerca di un amministratore unico al posto del dimissionario Costantino Nicoletti. Nella sede dell’Ascoli inoltre era invece arrivato a sorpresa Guido Manocchio, ex presidente del consiglio di amministrazione e genero di Roberto Benigni e l’imprenditore Piero Palatroni.



L’impresa ovviamentye era tutta in salita. In caso di nomina dell’amministratore bisognerebbe recarsi subito alla Camera di commercio, dal notaio per firmare il concordato in bianco e infine in tribunale per la deposizione dei documenti. Una disperata corsa contro il tempo, terminata nel modo peggiore.
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