Willy Monteiro, Chiara Ferragni furiosa: «Parlano del mio credo politico e non di un brutale omicidio...»

Willy, Chiara Ferragni furiosa con la stampa: «Parlano del mio credo politico e non di un brutale omicidio...»
Willy, Chiara Ferragni furiosa con la stampa: «Parlano del mio credo politico e non di un brutale omicidio...»
di Emiliana Costa
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Giovedì 10 Settembre 2020, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 21:10

Su Leggo.it le ultime novità. Willy, Chiara Ferragni furiosa con la stampa: «Parlano del mio credo politico e non di un brutale omicidio...». Ieri, l'influencer è stata fortemente attaccata per aver condiviso un pensiero sul tragico omicidio di Willy Monteriro. Nel post condiviso da Chiara Ferragni si diceva che il problema «non è l'MMA ma la cultura fascista». 

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Si tratta del post di un account che si occupa di politica italiana ed estera, che spingeva la stampa a indagare le vere cause nella tragedia di Colleferro. Ne è nato un vespaio di polemiche, tra chi ha accusato Chiara Ferragni di fare politica e chi le ha dato un contentino con un «ci è arrivata anche lei». Ma questa volta l'influencer non ci sta e in una serie di stories risponde punto per punto: «Riposto il pensiero coraggioso di una ragazza qui sulle mie stories di Instagram riguardanti il modo in cui la stampa tratta un brutale omicidio e questo cosa provoca? Un dibattito politico inutile, in cui ancora una volta le parole vengono strumentalizzate e il problema principale sembra essere scoprire il mio credo politico... Mi rattrista che ancora una volta venga spostato il focus di un crimine orrendo e venga spesa molta più energia nell'andare contro o a favore di una persona, piuttosto che analizzare i problemi della società».



Anche Fedez è sceso in difesa della moglie e rispondendo al tweet al vetriolo di Francesco Di Giuseppe, dirigente nazionale di Fratelli d'Italia, ha scritto: «Fa strano vedere il dirigente nazionale di Fratelli d’Italia scagliarsi per una semplice condanna verso il pensiero fascista. Eppure nessuno ha mai fatto riferimento ad appartenenze politiche. Condannare il fascismo non è di sinistra è solo di buon senso».
 

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