Scatti decisamente insoliti, in luoghi lontani, non solo geograficamente parlando, dalle passerelle a cui è abituata. Con alcuni reportage su Instagram, Gigi Hadid ha ampiamente documentato la vita nei campi di accoglienza per i rifugiati.
La top model, testimonial di Unicef, ha infatti passato alcuni giorni in diverse strutture che l'agenzia dell'Onu ha costruito in tutto il Bangladesh, dove negli ultimi anni sono giunti migliaia di rifugiati di etnia Rohingya, perseguitati e vittime di violenze indicibili a causa della loro fede musulmana. Dalla Birmania, dove si è verificata negli ultimi tempi una 'strage silenziosa', centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini e anziani sono fuggiti nei paesi vicini per sfuggire alle peggiori torture.
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Gigi Hadid, indossando un insolito velo, ha incontrato i rifugiati Rohingya, posando con i bambini e osservando da vicino la vita nei centri d'accoglienza dell'Unicef. Come raccontato dalla stessa top model, oltre al sostentamento è necessario fornire ai bimbi le necessarie cure sanitarie e un'educazione: in Bangladesh, dove sono stati ospitati i Rhoingya, i piccoli studiano non solo il birmano, la loro lingua, ma anche l'inglese, la matematica e l'educazione fisica. Molti di loro, però, hanno bisogno anche di un supporto psicologico costante per tutto ciò che hanno vissuto.
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Come già detto, molto spazio viene dedicato alle attività fisiche, che sono utili ma soprattutto consentono un po' di svago ai piccoli rifugiati, che a scuola sono suddivisi in tre classi per fascia d'età (dai 4 ai 6 anni, dai 7 ai 10 e dagli 11 ai 14). Nei centri d'accoglienza Unicef, come rivelato dalla stessa Gigi Hadid, ci sono anche degli spazi riservati alle donne, dove oltre all'educazione e alla formazione professionale sono organizzati anche degli incontri di discussione e auto-aiuto, a cui la top model ha partecipato.