«Foto dei figli vietate sui social», in arrivo la legge contro lo "sharenting" che fa tremare gli influencer

In Francia, su iniziativa del presidente Macron, è allo studio la legge sull'uso delle immagini dei minori sui social. E l'Italia potrebbe seguire l'esempio

«Foto dei figli sui social vietate», in arrivo la legge contro lo "sharenting" che fa tremare gli influencer
«Foto dei figli sui social vietate», in arrivo la legge contro lo "sharenting" che fa tremare gli influencer
di Valerio Salviani
3 Minuti di Lettura
Martedì 7 Marzo 2023, 14:48

La Francia lancia la lotta allo "sharenting", il termine che indica la condivisione sui social di immagini dei familiari, soprattutto dei figli minorenni. Migliaia di influencer o aspiranti tali potrebbero presto ritrovarsi una legge ad hoc, disegnata su iniziativa del presidente Macron. E anche l'Italia sta già pensando di seguire l'esempio.

Sharenting, cosa è

La parola sharenting è un neologismo che nasce dall'unione delle parole «sharing» e «parenting».

Sono incluse le foto dei figli minori, che spesso vengono fotografati e messi online già poche ore dopo la nascita. «Si stima che un bambino appaia in media in 1.300 fotografie pubblicate online prima dei 13 anni, sui propri account, su quelli dei genitori o dei famigliari», ha scritto il deputato francese Bruno Studer nella proposta di legge, citando un rapporto del 2018 del Children’s Commissioner for England.

Legge contro lo sharenting, cosa prevede

«I primi due articoli stabiliscono che la protezione della vita privata è uno dei compiti dei genitori, che devono associare il figlio alle scelte che lo riguardano», scrive ancora il deputato nel disegno di legge. Secondo l'Observatoire de la Parentalité & de l’Éducation numérique (OPEN)  «il 53% dei genitori francesi ha già condiviso contenuti riguardanti il proprio figlio». Per il 43% di loro, la condivisione di contenuti è avvenuta «fin dalla nascita del bambino» e per il 91% «tra gli 0 e i 5 anni».

L'Italia potrebbe seguire la Francia

In Italia la discussione ha già preso piede da tempo. Lo scorso novembre l’Autorità garante per i diritti dell’infanzia ha posto la questione all’attenzione della premier Giorgia Meloni. Adesso attendono una risposta. Con l'esempio della Francia, anche l'Italia potrebbe attivarsi. 

«Lo sharenting è un fenomeno, non da ora, all’attenzione del Garante soprattutto per i rischi che comporta sull’identità digitale del minore e, quindi, sulla corretta formazione della sua personalità – dice al Corriere Pasquale Stanzione, Garante per la privacy -. Inoltre, tutte le volte in cui la diffusione delle immagini del minore, non sia da questi condivisa rischia di creare tensioni anche importanti nel rapporto tra genitori e figli. È necessario rendere gli adulti consapevoli dei pregiudizi cui l’esposizione delle foto dei figli in Rete (e quindi tendenzialmente per sempre) può esporli anche in termini di utilizzo delle immagini a fini pedopornografici, ritorsivi o, comunque, impropri da parte di terzi».

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