«Sopra di me, mentre insozzo l’androne di un anonimo condominio di Castelplanio incombe la figura minacciosa dell’uomo che fino a quel momento mi sono raccontata di amare. Mi ha tirato un pugno; maldestro, ma preciso. Mi ha preso tra naso e denti, fa un male cane». Comincia così il capitolo più triste della vita di Elisa Di Francisca. Un capitolo di un libro autobiografico, Giù la maschera, in cui racconta tutta se stessa, la sua vita privata, quella familiare. Gli amori segreti, la sua famiglia, i figli.
Oggi è sposata, è mamma di Ettore e dell’ultimo arrivato Brando. Per loro ha rinunciato alle Olimpiadi, l’ultima sua grande sfida. Una scelta voluta, senza mai pentirsi. Nemmeno di quello che ha scritto.
L'autobiografia
Il libro, e il suo racconto fatto al settimanale Oggi, comincia dalla violenza subita da un fidanzato a 17 anni, un pugno in faccia, un calcio nella schiena, il sapore del sangue. Perché iniziare in modo così forte? La risposta è forte e piena di coraggio: «Per aiutare quelle che non hanno il coraggio di dire basta. Ma non avrei potuto parlare di certe cose se non le avessi prima risolte. Analizzate. Dopo, non è stato poi così difficile».
Le violenze
Non ha mai avuto paura di morire.
L'aborto
Ma non è stato l’unico dolore che Elisa ha vissuto nella sua vita. Nel libro ha raccontato anche di aver abortito. «Volevo metterlo nel libro perché è stato un momento bruttissimo e potrebbe capitare ad altre. Tornassi indietro, starei più attenta, cercherei di evitare una cosa del genere. All’epoca non ero in grado di badare a me stessa, vicino avevo una persona più fuori di testa di me, non avevo il sostegno dei genitori... e dove andavo?». Di quel momento ricorda la difficoltà di prendere una decisione perché era da sola, senza nessuno.
Domanda del settimanale Oggi: Ha mai perdonato la collega Valentina Vezzali che glielo ha rimproverato? Risposta sincera: «L’ha tirato fuori durante un assalto, perché se l’è vista brutta e ha provato a toccarmi nell’unica cosa che sapeva potesse farmi perdere le staffe. No, non credo di averla perdonata. Oggi se qualcuno per strada mi dicesse “Vergognati, che cosa hai fatto?” mi toccherebbe molto meno. Io so perché l’ho fatto. A quell’epoca la ferita era ancora aperta e quindi mi ha fatto stare molto male».
L'amore proibito
Nel libro si parla di amore verso il padre, verso Claudia la sua compagna di squadra. «All’epoca non volevo saperne più niente di uomini, quella è nata come una bellissima amicizia, è successo in modo naturale. Non è stata una storia omosessuale, non mi sono domandata: è donna, uomo, e adesso che faccio, dove metto le mani? È successo e basta». Il primo bacio? «Forse io, lei non avrebbe mai osato. Io ero eterosessuale». Poi è finita male, Elisa ha rovinato tutto e nel libro fa mea culpa. Ora è felicemente sposata, ha dei figli, è felice…
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