Crescentini: «Io e Motta, siamo
innamorati ma sempre con la valigia»

Carolina Crescentini
Carolina Crescentini
di Michela Greco
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Martedì 2 Ottobre 2018, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 12:46

ROMA - «Se somiglio a Laura Piras? Direi di no, ma come lei sono una ragazza tosta, che se vuole una cosa se la prende e che si fa rispettare in un mondo maschile. A differenza di lei, invece, ho molte amiche». Così Carolina Crescentini parla del magistrato che interpreta ne I bastardi di Pizzofalcone, la serie tv tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni che torna con la seconda stagione su Rai1 da lunedì 8 ottobre alle 21.25, con la prima puntata in anteprima su RaiPlay il 1° ottobre. Da Torino, dove sta girando un nuovo film “su cui non si può dire nulla”, l'attrice romana racconta la sua vita da viaggiatrice tra impegni di cinema, di tv e di musica, questi ultimi al seguito del fidanzato cantautore Francesco Motta.
 

 


Come cambiano I bastardi di Pizzofalcone in questa seconda stagione?
«Gli agenti del commissariato non sono più in cerca di riabilitazione. Ormai sono una squadra su cui contare, perciò stavolta la serie si concentra di più sulle loro vite personali, sui loro casini, sulle loro azioni e sui loro pensieri scorretti».

Troveremo diversa la sua Laura Piras?
«Sicuramente più operativa, perché ora scende in campo con le sue intuizioni. Sul fronte personale continua la sua relazione con Lojacono, interpretato da Gassmann, ma è una storia complicata perché lei ha un bel caratterino e lui non è bravissimo a gestire la sua vita privata, soprattutto il fatto che ha già una figlia».

C'è anche un nuovo regista...
«Sì, ora è Alessandro D'Alatri e ne sono molto felice, perché è bravo, veloce e ha un carattere meraviglioso. Ha studiato molto la città di Napoli, ha fatto molti sopralluoghi prima di girare, ha scovato bellissimi posti nascosti e incontrato centinaia di attori napoletani, alcuni dei quali hanno partecipato a vari episodi».

E lei che rapporto ha con Napoli?
«Proprio a Napoli ho avuto il mio esordio, la prima cosa in assoluto che non fosse un'esperienza teatrale o un cortometraggio. Vi girai due puntate de La Squadra e in quei giorni avevo 39 di febbre. La moglie del runner mi fece arrivare le aspirine e il brodo. Napoli, quindi, è la generosità, ma è anche una giungla: sembra un luogo comune, ma lì possono guidare solo i napoletani, tutti gli altri rischiano la vita».

E stavolta com'è andata?
«Per questa seconda stagione ho preso un appartamento perché volevo sentirmi a casa, fare la spesa. Ero a Riviera di Chiaia e ho vissuto molto il quartiere, amandolo e facendomi degli amichetti meravigliosi. I napoletani, poi, amano i Bastardi, perché mostrano un'altra Napoli, con delle location bellissime. Però bisogna rassegnarsi all'idea di tornare a casa con due chili in più».

Quest'estate ha girato l'Italia inseguendo i suoi impegni cinematografici e quelli musicali del suo compagno. Quanto è difficile stare insieme per due come voi?
«Un bel po'. Ci vuole determinazione, e l'unico modo possibile è facendo i salti mortali».

Visto il suo amore per la musica, la vedremo cantare prossimamente?
«Il mondo non ha bisogno della mia voce, ma se volete posso passarvi tanti dischi, ascolto di tutto».

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