Raffaella Carrà, Bob Sinclar: «Raffa, a far la disco hai cominciato tu». Il dj ricorda la regina della tv

Bob Sinclair: «Raffa, a far la disco hai cominciato tu». Il dj ricorda la regina della tv
Bob Sinclair: «Raffa, a far la disco hai cominciato tu». Il dj ricorda la regina della tv
di Mattia Marzi
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Mercoledì 7 Luglio 2021, 10:22

C’è stato un momento in cui la voce di Raffaella Carrà è tornata in cima alle classifiche europee, a distanza di anni dalla sua ultima hit. Nel 2011 il dj francese Bob Sinclar, all’apice del successo, decise di celebrare il ciclone biondo rivisitando in chiave house una delle sue più grandi hit, A far l’amore comincia tu. Fu un boom ovunque. Drag queen, ragazzi gay mascherati da diavoli, calze a rete e tacchi a spillo, parrucche, indumenti fetish, balli di gruppo che somigliano a vere e proprie orge: il party osceno e scandaloso del videoclip - la Carrà non comparve, ma un ragazzo la omaggiò indossando una parrucca biondo platino - ispirò la scena della festa notturna all’inizio de La grande bellezza di Sorrentino, che volle nella colonna sonora del suo film, premiato con l’Oscar, quel remix. «Ci sono persone che dovrebbero vivere per l’eternità e Raffaella era una di questa: che Dio la benedica», dice dalla Francia Bob Sinclar (52 anni), ricordando quell’operazione.


Ieri il brano è stato suonato anche allo stadio di Wembley, a Londra, prima della semifinale degli Europei Italia-Spagna: merito suo se “A far l’amore comincia tu” ebbe una seconda popolarità, 35 anni dopo la versione originale?
«Sì, lo dico senza alcuna esitazione.

Ne vado fiero. Ricordo ancora il momento esatto in cui proposi a Raffaella Carrà di realizzare il remix della canzone».


Racconti.
«Era il 2011. Chiesi al mio agente italiano di poterla incontrare per parlarle dell’idea. Cenammo insieme a Roma: scattò subito qualcosa che ci fece sentire complici. Raffaella mi disse: “Senti, sono dieci anni ormai che io non faccio niente. Ma ho deciso di accettare la tua proposta. Mi piace la cultura che rappresenti, quella delle discoteche”. Poche ore dopo eravamo in studio a chiudere il remix: fu un momento sospeso tra la nostalgia e la voglia di essere ancora sul pezzo».


Ma lei come la scoprì, “A far l’amore comincia tu”?
«Quando uscì, nel 1976, in Francia fu un grande successo. Io, però, all’epoca ero troppo piccolo: avevo 7 anni. Fu solamente crescendo che ne afferrai il potenziale, il significato: il 45 giri entrò dritto nella mia collezione italo-disco».


E qual era questo potenziale?
«Quella canzone era carica di erotismo, con quel botta e risposta fantastico: “Ah ah ah ah-a far l’amore comincia tu”. Una cosa mai sentita prima, nel pop. In quei 2 minuti e mezzo c’era tutta l’essenza di Raffaella Carrà: è stato un modello di libertà assoluta che ha infranto i codici, fatto riflettere sulla condizione femminile nella società dell’epoca e sui pregiudizi nei confronti della comunità gay».


Ha anticipato Donna Summer, Cher, Madonna?
«Sì, nella misura in cui ha sfruttato la sua grande popolarità per trasmettere messaggi potenti: è stata la prima a lottare per l’inclusione, in tutti i campi».


L’idea del remix come nacque?
«Partii dal ritornello, costruendo tutta la base intorno a quell’ “Ah ah ah ah - a far l’amore comincia tu”. La suonai per la prima volta proprio in una discoteca in Italia e la gente impazzì. Ripetei l’esperimento in Spagna, poi ad Ibiza, in Francia. La reazione del pubblico era sconvolgente. Capii che era diventata un must nei miei dj set».


E Sorrentino?
«Mi fecero vedere la scena in anteprima, non credetti ai miei occhi: l’aveva trasformata in un inno del mondo della notte, facendola ballare a tutte quelle persone su un tetto del centro di Roma. Fu emozionante».


L’ultima volta che ha sentito Raffaella quando è stata?
«Il 18 giugno, per il suo compleanno. Sapevo che stava lavorando ad alcuni progetti. Non mi è apparsa triste o debole, aveva quell’energia e quella gioia di vivere di sempre. È un privilegio raccontare di aver collaborato con lei».

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