Parietti, furia contro Cristiano De Andrè
"Ho visto Francesca, provo vergogna"

Alba Parietti e Cristiano De Andre
Alba Parietti e Cristiano De Andre
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Domenica 21 Febbraio 2016, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 20:06

ROMA - Dopo aver visto l’intervista di Francesca De André, figlio dell’ex Cristiano, in cui confessava di essere finita in orfanotrofio, Alba Parietti ha scritto una lunga lettera indirizzata al cantante  dal suo profilo Facebook. “Oggi vedendo l'intervista di Francesca ho provato vergogna e dispiacere. Le cose di cui lei parla le sapevo, i comportamenti di suo padre nei confronti dei figli li ho sempre saputi, ero al corrente di tutto, dai loro disperati racconti da ciò che avevo visto, ne sono stata sempre cosciente, ma anche io ho chiuso un'occhio, e ho pensato stupidamente, che anche lui, povera vittima a sua volta, aveva subito e sofferto e che con me sarebbe stato diverso, come tutte le donne che amano, che compatiscono proteggono il loro aguzzino, ho pensato che con me sarebbe stato un uomo, che lo avrei aiutato a essere consapevole dei suoi tragici errori, da quello che oggi ho visto descrivere. E quello che ne è venuto fuori è quello che è. Nonostante abbia spesso provato tenerezza, per la sua disperata incapacità di amare gli altri e rispettare per primo se stesso. Sono stata sua complice nello sdoganarlo, nel coprire, nel giustificare, come sempre hanno fatto tutti, i suoi comportamenti, inaccettabili, che non sono mai cambiati, mai migliorati, senza consapevolezza senza dispiacere per il male fatto e pentimento. Ho provato ad affrontarlo, a dirgli la verità su come si comportava. A fargli da coscienza, da specchio, da alter ego, a riportarlo alla realtà e sono stata allontanata. Esclusa come un'appestata. Con cattiveria e volontà di mortificarmi. Lui non ha mai chiesto scusa a nessuno per il male che ha sempre fatto a tutti o detto un grazie per l'aiuto ricevuto. Per nessuno. Zero rispetto per sé e per gli altri. Totalmente concentrato su un progetto autodistruttivo che coinvolgeva chiunque gli stesse vicino. Francesca ha rotto la catena, ha rotto l'incantesimo del silenzio su una storia di cui tutti siamo consapevoli, tutti, di atteggiamenti che nessuno deve più giustificare per compatimento, perché producono altro dolore e altre vittime come di questo silenzio. Si deve rompere la catena e non coprire, non giustificare l'orrore che si riproduce a effetto domino. Basta giustificare uomini che offendono, mortificano, usano violenza psicologica e fisica su figli, mogli, amiche, amici, donne magari deboli. Basta giustificare l'orrore, nasconderlo, occultarlo come spazzatura sotto un bel tappeto. Bisogna avere il coraggio di dire la verità di liberarsi di scomodi e comodi fantasmi. Di distruggere il passato e rialaborarlo per potere guardare il presente con orgoglio, dignità e distacco dal dolore prima di tutto.,Affrontando la verità e smettere di imbiancare sepolcri in nome del "buon nome". Ti voglio bene piccola Francesca e mi hai commosso. Io sono stata una cattiva ragazza come te, e come te, provocavo e provoco perché sono stata abituata a difendermi a lottare anche contro chi mi doveva proteggere. L'immagine che ne è pulita, vera, è uscita, è una richiesta di aiuto, di scuse che non sono mai arrivate insieme al bisogno di una presenza da padre adulto che un padre deve alla figlia.

Io ricordo la notte in cui sei stata ore ad aspettare che io e tuo padre facessimo pace al telefono, e tu 4 ore ad aspettare, per il bene nostro che bene non è stato. Non ti fare intimorire, fatti chiedere scusa da tutti. Te lo devono. Ti abbraccio fortissimo, Alba”.

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