Chiara Ferragni, le foto degli abiti indossati a Sanremo

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Le canzoni sì, ma anche i look. Durante la settimana del Festival di Sanremo c'è sempre grande attesa da parte del pubblico per gli abiti sfoggiati durante le cinque serate. Niente da meno l'attesa per Chiara Ferragni: modella, imprenditrice digitale e influencer da 28 milioni di follower che, ieri, martedì 7 febbraio, ha ricoperto il ruolo di co-conduttrice e ha sfoggiato 4 look diversi. Su Instagram l'influencer ha spiegato il significato di ognuno. 

«Quando abbiamo iniziato a pensare agli abiti per le due serate di Sanremo abbiamo subito capito di non volere vestiti solo perché eccentrici o pretenziosamente belli, ma sentivamo la necessità di portare sul palco più popolare d’Italia un messaggio sociale, anche attraverso la moda», ha spiegato la Ferragni.

 

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Primo abito: Il vestito manifesto

Composto da una tuta di jersey ricamata di strass intrappolata in una gonna di tulle che prende ispirazione dall’opera di Jana Sterbak «labito manifesto da il via alla 73esima edizione del Festival di Sanremo. Il risultato è un abito a corolla di seta nero ispirato alla tradizione Dior e completato dalla stola-manifesto con ricamato il claim “Pensati libera”. Le semplici e pur così forti parole arrivano da un'opera di Claire Fontaine che speriamo possano ispirare tutte le donne a sentirsi libere di uscire dal ruolo che è stato a loro imposto dalla società. Una presa di coscienza della stessa Chiara Ferragni che lotta per non essere incasellata in uno spazio identificato per lei dal patriarcato, e anche una promessa che lei stessa si fa ogni giorno mentre lotta per non doversi sentire in colpa del suo successo di donna. “Pensati libera” è dedicato a tutte le donne che hanno voglia di sentirsi semplicemente loro stesse senza essere giudicate». 

 

Secondo abito, il vestito senza vergogna

Il secondo abito, sempre firmato Dior è un fake nude: «Riportare l’attenzione sui diritti delle donne, del loro corpo e su come il disporre del corpo femminile dalle stesse sia, purtroppo, ancora considerato discusso e discutibile. Questo è l’obiettivo dietro questo look. Realizzato negli atelier alta moda Dior il vestito in tulle color carne riproduce con un ricamo trompe l'oeil il corpo di Chiara Ferragni al naturale e liberato da quella vergogna che hanno sempre imposto a tutte, a partire da Eva, la prima donna della storia indotta a provare vergogna. Questa illusione di nudità vuole ricordare a tutte il diritto e l’uguaglianza di genere che hanno nel mostrare, disporre di se stesse senza doversi sentire giudicate o colpevoli. Questa illusione di nudità vuole ricordare che chiunque decida di mostrarsi, o sentirsi sexy non autorizza nessuno a giustificare le violenze degli uomini o ad attenuarne le colpe. Questo è il corpo di una donna, quello di Chiara Ferragni che vorrebbe dare voce a tutte le donne del mondo a cui vengono imposti divieti e abusi, a tutte coloro a cui viene detto che il loro corpo genera vergogna, che è solo un oggetto del desiderio o che istiga al peccato. Questo è il corpo di tutte. Chi è senza peccato scagli la prima pietra!».

 

 

Terzo abito, l'abito contro l'odio

«Con questo abito peplo portiamo sul palco del teatro Ariston alcune delle critiche rivolte a Chiara sul suo aspetto, sul suo corpo e soprattutto sulla sua libertà di sentirsi donna oltre che mamma. Le frasi di disprezzo ricamate in perle nere sono le vere offese che ogni giorno gli haters rivolgono alle sue foto postate su Instagram. Maria Grazia Chiuri ha avuto l’idea di ricamare queste parole NERE su un peplo BIANCO come la pagina di un libro che racconta quel disprezzo infruttifero contro il quale lottare ogni singolo giorno. Portando queste frasi sessiste a Sanremo vogliamo spronare tutte a fregarsene e ricordare alle donne di non farsi abbattere da chi odia perché sono solo i pareri di chi ci ama a contare veramente».

 

Quarto abito, la gabbia

«Liberare le nuove generazioni dagli stereotipi di genere nei quali spesso le donne si sentono ingabbiate. Questa è l’idea che Maria Grazia Chiuri ha voluto rappresentare con questo abito alta moda di Dior composto da una tuta di jersey ricamata di strass intrappolata in una gonna di tulle che prende ispirazione dall’opera di Jana Sterbak. Questo abito rappresenta la speranza di rompere le convenzioni imposte dal patriarcato. Una speranza che riponiamo nelle bambine di oggi che saranno le donne di domani. Questo è l’augurio di una mamma alla sua bambina, che possa finalmente gridare Vittoria!».