Putin, mercenari della Wagner costretti a farsi pubblicità: «Unisciti a noi per liberare il Donbass»

Servono uomini da mandare in Ucraina e lo storico gruppo rinuncia alla segretezza. Lo stipendio promesso: 4mila euro al mese

Putin, i mercenari della Wagner costretti a farsi pubblicità: «Unisciti a noi per liberare il Donbass»
Putin, i mercenari della Wagner costretti a farsi pubblicità: «Unisciti a noi per liberare il Donbass»
di Marco Ventura
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Lunedì 8 Agosto 2022, 22:01 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 06:48

«Patria, onore, sangue, coraggio. WAGNER». Il manifesto è comparso a sorpresa, gigantesco e ammiccante con l’immagine di tre paramilitari in uniforme, per le strade di Ekaterinburg, la quarta città della Russia per numero di abitanti e il principale centro industriale degli Urali. Un altro recita: «L’orchestra Wagner ti aspetta». Chi voglia entrare nel gruppo di “musicisti” mercenari della guerra può rivolgersi a una sfilza di agenti reclutatori in tutta la Federazione russa, a partire da San Pietroburgo che della compagnia di contractors privati è insieme culla e base. Oppure può andare sul sito dell’azienda e scoprire un appello più esplicito, accanto all’immagine degli incursori e combattenti al soldo dell’organizzazione: «Hanno già liberato Popasna, unisciti a noi per liberare l’intero Donbass. Vai alla tua prima campagna militare con le leggende viventi del settore». 

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LE VERIFICHE

Immagini e messaggi scrupolosamente riportati in un’ampia inchiesta del “Guardian”, che si è premurato di telefonare a tutti i possibili numeri di reclutatori pubblicati o postati, ricevendone significative indicazioni.

Come dalla regione di Nizhny Novgorod, nella Russia centrale, riguardo a documenti da esibire (passaporto di Paesi che non siano Nato o l’Ucraina) e articoli di prima necessità da portarsi appresso, dalla doccia-schiuma alle medicine, con cameratesco saluto finale “arrivederci a Molkino”, dove infatti voci concordi localizzano il quartier generale, (non) casualmente vicino a una base del ministero della Difesa. Ma la notizia vera è che in questo modo Wagner esce dal silenzio, se non addirittura dall’illegalità. Le Pmc (Private military company, o aziende private militari) sarebbero fuori legge in Russia, per quanto almeno dal 2014, cioè proprio dall’inizio della guerra del Donbass prima dell’invasione russa di febbraio 2022, venivano tollerate anche al livello più alto. Su fino al Cremlino. Fino a non molto tempo fa ogni attività dell’organizzazione, dal reclutamento alle campagne militari alle aree di impegno, era avvolta in un fitto mistero caldeggiato dall’alto. Per entrare bisogna firmare una clausola di riservatezza, che si estende ai familiari in caso di morte del loro caro. Segretezza che non ha impedito però al Cremlino di insignire “ufficiali” mercenari di prestigiose onorificenze patriottico-militari. Quando l’aviazione americana, in Siria nel 2018, uccise circa 200 mercenari tra cui uomini di Wagner, a domanda di Washington il Cremlino rispose che non sapeva nulla della presenza di privati in armi. Sempre negati contatti e collegamenti con Wagner e col suo fondatore, Dmitry Valeryevich Utkin, nato nel 1970, un ex tenente colonnello del GRU, il servizio d’informazione delle forze armate russe, che lasciando l’esercito nel 2013 aderì al gruppo Moran, una società di contractors sciolta poi nello Slavonic Corps, da cui infine sarebbe nato, sotto la sua guida, il Wagner Group, dal nome del compositore più amato da Hitler. 

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L’IDEOLOGIA

Neo-nazista dichiarato, Utkin si è fatto ritrarre con elmetti della Wermacht, ha una venerazione per le SS e per il loro creatore, Himmler, ed è vicino al neopaganesimo russo che esalta i Rus (scandinavi stanziati nel Medioevo tra Ucraina e Russia Occidentale). Ma dalla leggenda si è passati poi all’industria, secondo molti osservatori grazie anche al suo presunto principale finanziatore, e uomo-cerniera col Cremlino, Yevgeny Prigozhin, classe 1961, venditore di hot dog diventato ricchissimo oligarca della ristorazione e, naturalmente, chef di Putin. Celebre una sua foto nella quale scopre la campana su una pietanza servito allo Zar, che ricambia il gesto con una smorfia di piacere.

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LE FORZE SUL CAMPO

Wagner contava, prima dell’invasione dell’Ucraina, all’incirca 10mila mercenari attivi negli anni tra Siria, Libia, Mali, Repubblica centrafricana e via guerreggiando. Ma la fama, se non la pubblicità, cresce. La Komsomolskaya Pravda è arrivata a pubblicare in prima pagina una storia sui paramilitari di Wagner all’assalto della centrale elettrica di Vuhlehirsk. A San Pietroburgo, le nuove reclute da spedire in Ucraina sono per lo più detenuti ai quali si offre un salario pari a 4mila euro e la promessa dell’immunità se torneranno vivi dal fronte. Prendere o lasciare. Ovviamente, lo standard dei mercenari è calato, ma il Wagner Group è necessario a Putin per evitare la mobilitazione di massa o quella regionale che porterebbe alla creazione di battaglioni su base etnica, in prospettiva pericolosi per l’unità della Federazione russa (e il potere dello Zar).

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