Dal carcere di Nisida a Casa Capasso: il riscatto di Enzo ha il sapore di una pizza Marinara

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di Micol Ferrara - Enzo Capasso oggi è un imprenditore di successo: schietto, sorridente e generoso. Titolare di “Casa Capasso” una trattoria e pizzeria in via dei Tribunali nel cuore di Napoli. L’ingresso del locale sembra un proseguimento delle vie del centro città, panni stesi, trecce d’aglio e peperoncini in abbondanza una sorta di “benedizione laica” per gli avventori. Ogni tavolo è accompagnato da un numero il cui significato è affidato all’interpretazione della smorfia. La scelta di questo stile così famigliare, però, non è una trovata per attirare i turisti.

Enzo, che una famiglia – nel senso tradizionale del termine non l’ha avuta – ha vissuto con il sogno di crearne una e ci è riuscito. Tutto a “Casa Capasso” parla di famiglia: lo staff che lo accompagna da dieci anni e ha scelto di seguirlo nel suo voler mettersi in proprio; Marianna, la moglie, e Mario e Cloe i figli, sempre presenti e pronti a sostenerlo. Enzo, in questo quartiere c’è nato in condizioni non certo ideali. Sua madre era costretta a far da capofamiglia a causa dei problemi di alcolismo e di ludopatia del papà. In una casa con tre figli i soldi non bastano mai e così, per aiutarla, Enzo inizia a 11 anni – nel dopo scuola “quando gli altri bambini giocano” – a far le consegne prima in un bar poi in una pizzeria.

A 16 anni perde la mamma e lì inizia la sua discesa agli inferi. Qualche amicizia sbagliata, il bisogno di soldi, il dolore per la perdita della madre, l’assenza del padre. Enzo imbocca la strada sbagliata e nel corso di uno scippo viene arrestato e portato a Nisida dove sconta la sua pena di otto mesi. «Eravamo in nove ragazzi, nove pensieri diversi».

Grazie ai corsi e alle attività proposte dall’Istituto Enzo recupera un senso di fiducia, si impegna, perché vuole riconquistare la sua libertà e cambiare vita. Marianna – la sua fidanzata – con un’adolescenza altrettanto difficile va a trovarlo ogni martedì con “il famoso pacco” piccoli generi di conforto.

Scontati i mesi di pena inizia il percorso di messa alla prova, non avendo precedenti penali, seguito dall’assistente sociale – Giusy Imbimbo – per due anni. Grazie alla condotta impeccabile Enzo ottiene un premio di 1800 euro con questa somma acquista un motorino necessario a raggiungere il posto di lavoro. Inizia a lavorare in diverse pizzerie in città, si impegna con determinazione, con un unico obiettivo mettere su famiglia, la famiglia che non ha mai avuto.

Si sposa e dopo poco nasce Mario, il suo primo figlio, che oggi studia al liceo classico e lo rende orgoglioso. Intanto trova un lavoro migliore in una pizzeria in piazza Municipio, lavora senza sosta, diventa responsabile della pizzeria e conquista una serenità.

Dopo dieci anni diventa socio di un altro ristorante, un locale sul Lungomare, dove avvenne l’incontro con Vincenzo Pisacane (procuratore sportivo) e con lui, nel 2018 nacque il progetto di “Casa Capasso” che apre i battenti nel 2019 riscuotendo un enorme successo.

Oggi, oltre al ristorante Enzo ha un distributore di bevande e sta lavorando all’apertura di una spritzeria. «La gente vuole scappare da questo quartiere, io invece resto».

L’impasto della sua pizza è senz’altro la ricetta del suo successo. Un impasto essenziale da lavorare con amore. Enzo associa il suo percorso alla pizza Marinara per la semplicità, gli ingredienti base che ritroviamo in molti piatti poveri della tradizione. «Una focaccia con una buona base di pomodoro poi mano mano aggiungo ingredienti, tolgo qualcosa, inserisco altro. E’ la ricetta che mi sta portando al successo».

 

 

Ricetta Pizza alla Marinara, per l’impasto:

 

1 litro di acqua

1 kg e mezzo di farina

3 grammi di lievito

50 grammi di sale

“E un bel po’ di amore”

Lasciare riposare per 24 h

Per il condimento:

Pomodoro fresco qb

Olio qb

Aglio qb

Origano qb

Basilico qualche foglia

 

Disponi la farina sul tavolo e aprila al centro – a fontana – inizia a sbriciolare il lievito, aggiungi il sale e la metà dell’acqua necessaria alla preparazione iniziando a impastare. Solo quando l’acqua sarà totalmente assorbita aggiungine la parte restante. Dopo aver ben lavorato la pasta ponila in una ciotola e coprila con un canovaccio. Lascia che riposi per 24 h.

Una volta pronto l’impasto potrai lavorarlo nuovamente per suddividerlo in palline necessarie per realizzare delle ottime pizze tonde.

Si inforna la pizza solo con pomodoro, olio e origano. Cuoci a 250 gradi per circa 15 minuti. Prima di servirla completa il condimento con origano e aglio.

 

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