Antenna contestata, partiti i lavori. Ma i cittadini non ci stanno: «Basta, siamo pronti a bloccare il cantiere​»

Antenna contestata, partiti i lavori. Ma i cittadini non ci stanno: «Basta, siamo pronti a bloccare il cantiere »
di Marina Vita
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Mercoledì 12 Maggio 2021, 08:20

TORRE SAN PATRIZIO - L’antenna Iliad 4 G di 27 metri che gli operai hanno iniziato a installare a San Cassiano (lungo la strada da Torre San Patrizio a Monte San Pietrangeli) su un terreno di proprietà privata, i cittadini proprio non la vogliono.

«Sul territorio ce n’è un’altra della Wind e questi campi elettromagnetici, fino a prova contraria, meglio non averli sopra le proprie teste», dicono. Così hanno deciso di fermare i lavori, di cui si sono accorti casualmente, con una manifestazione di protesta che consisterà nello sbarrare la strada di accesso al cantiere servendosi di qualsiasi mezzo. L’iniziativa venerdì prima delle 8. A riferirci dell’organizzazione della protesta è Ania Achilli, una giovane donna di 36 anni che lavora in un bar del centro, con un bimbo di appena 2 anni, molto preoccupata per il sorgere di tutte queste antenne e molto attiva sul fronte del contrasto all’inquinamento elettromagnetico. L’altra sera, insieme ad altri cittadini ha partecipato a un incontro con il sindaco Luca Leoni che aveva lo scopo principale di comunicare la nascita di un comitato cittadino.


L’amministrazione
In verità anche il Comune si era opposto all’istanza di autorizzazione pervenuta nell’aprile del 2020.

Ma l’Iliad era ricorsa al Tar, il procedimento si è concluso al Suap che ha pubblicato il decreto il 5 maggio scorso, comunicando l’inizio dei lavori per lunedì scorso. «Sappiamo che è una battaglia difficile da vincere - dice Ania - oltre che dispendiosa in termini di energia e risorse economiche, ma noi faremo del tutto per far sentire le nostre ragioni. Per ora ci conforta sapere che avremo al nostro fianco anche il Pvu (Partito valore umano) che intende partecipare con alcuni suoi rappresentanti alla manifestazione di protesta di venerdì. Ma ci stanno arrivando anche sostegno e dichiarazioni di partecipazione da altre realtà politiche del territorio. E, per quanto sarà dura, se non saremo soli ma in tanti, ci dovranno ascoltare. Intanto abbiamo 60 giorni per fare ricorso e stiamo valutando ogni possibilità».

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