Rogo fatale, ripartono le indagini: emergono nuovi elementi sulla bimba morta

Rogo fatale, ripartono le indagini: emergono nuovi elementi sulla bimba morta
Rogo fatale, ripartono le indagini: emergono nuovi elementi sulla bimba morta
di Pierpaolo Pierleoni
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Giovedì 19 Novembre 2020, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 11:40

SERVIGLIANO  - Un nuovo capitolo, forse l’ultimo, poi il corpo di Jennifer Krasniqi potrà avere finalmente sepoltura, ad oltre 10 mesi dal decesso. Ieri mattina, il gip del tribunale di Fermo ha disposto ulteriori accertamenti sulla salma della bimba morta la notte dell’8 gennaio scorso nella sua abitazione di Servigliano.

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I medici legali Alessia Romanelli e Marco Valsecchi, già incaricati a suo tempo di effettuare autopsia e rilievi sul cadavere, per accertare cause ed ora della morte, hanno ricevuto mandato di effettuare nuovi prelievi entro i prossimi 15 giorni.

Decorsi questi termini, dovrebbe essere concesso il nulla osta alla restituzione del corpo ai familiari per i funerali. Un momento che il papà della piccola, Ali Krasniqi, attende da 10 lunghi mesi. Ieri mattina, all’udienza a Fermo, era presente anche la mamma di Jennifer, la 38enne di origine bulgara Pavlina Mitkova, accusata di omicidio volontario.

Sarebbe stata lei, secondo l’accusa, a soffocare la figlia nella tarda serata per poi inscenare un incendio in cucina per depistare gli inquirenti. Inizialmente era accusata di incendio doloso e morte come conseguenza di altro reato, capo accusatorio poi trasformato all’esito dell’esame autoptico, che ha accertato il decesso almeno un paio d’ore prima del rogo nell’appartamento. La donna, affiancata dall’avvocato Gianmarco Sabbioni, è apparsa, a chi l’ha vista, in uno stato di vistoso deperimento fisico. Da alcune settimane ha iniziato a rifiutare il cibo, manifestando comportamenti paranoici, perché avrebbe manifestato il timore di essere avvelenata da qualcuno. Una condotta che ha portato la direzione dell’istituto penitenziario di Pesaro, dove è detenuta, a richiedere al gip il trasferimento in qualche strutture specializzata per la cura di casi psichiatrici.


A palazzo di giustizia la Mitkova si è incrociata per alcuni istanti, senza parlare, con il compagno, e padre delle due figlie, Ali Krasniqi, che era assistito dal suo legale, Maria Cristina Ascenzo. Poi ha fatto ritorno nel carcere pesarese, ma a giorni dovrebbe essere trasferita in altro luogo di detenzione fuori regione.

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