SANT’ELPIDIO A MARE - Due ore di confronto serrato tra i candidati sindaci, venerdì sera, in una piazza Matteotti gremita. “Tifosi” delle coalizioni schierati, ma anche tanti cittadini arrivati per assistere al faccia a faccia promosso dalle testate giornalistiche locali. Un duello senza esclusione di colpi, in cui i due alfieri del centrodestra e centrosinistra, Gionata Calcinari e Fabiano Alessandrini, si pungono continuamente, dalle storie passate ai progetti futuri. Sceglie invece di tenersi sempre fuori dalle polemiche restando sui suoi programmi, il civico Alessio Pignotti.
Schermaglie già dalla prima domanda sull’edilizia scolastica: Pignotti rimarca l’importanza degli 11 milioni di euro di finanziamento centrati dall’amministrazione uscente per il polo Bacci.
Anche secondo Pignotti i piani di Alessandrini per il Mandozzi sono “faraonici”. Per il centro storico, il civico parla di «progetto a tre navate, che preveda ricettività, servizi, residenzialità; possiamo copiare le cose che hanno funzionato, come l’acquisizione di immobili a prezzi agevolati a Tolentino che ha ricevuto un finanziamento». Tutti d’accordo sull’esigenza di lavorare per una città più coesa tra capoluogo e frazioni, I candidati svelano anche le preferenze artistiche, dai libri alla canzone al film. Volumi di economia, Ricordati di me di Venditti e Guardia del corpo per Calcinari, La roba di Verga, Il cavaliere oscuro e Enjoy the silence dei Depeche mode per Pignotti, La coscienza di Zeno ma anche I promessi sposi, Forrest gump e Wish you were here per Alessandrini. Nessuno si sbilancia in vista del ballottaggio, tutti fiduciosi di vincere al primo turno. Alessandrini chiede «ambizione, il cambiamento sta nei progetti. Chi fa politica, diceva qualcuno, è un sognatore coi piedi piantati a terra. Abbiamo un’occasione irripetibile. Se non cambiamo ora, quando lo facciamo? Coraggio e fiducia, per una Sant’Elpidio che torna grande».
Per Calcinari la parola d’ordine è «cambiamento. Il Pd e Alessandrini governano da 30 anni, direttamente o indirettamente. Noi immaginiamo una città che recupera le posizione perdute, a misura di famiglia e di imprese. Non facciamo sogni irrealizzabili, ma proponiamo idee concrete e fattibili». Pignotti ribadisce «la concretezza che mi caratterizza. Mi piace stare in mezzo alla gente e non mi sottraggo al confronto. Serve competenza, voglia di lavorare col cuore, sentire la responsabilità del proprio ruolo e disponibilità al dialogo, tutte caratteristiche che credo di avere».