Prada chiede i danni
Il Comune non ci sta

Prada chiede i danni Il Comune non ci sta
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Giovedì 16 Gennaio 2014, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 12:25
SANT'ELPIDIO A MARE - La guerra degli outlet non finita. Anzi, ora si gioca la partita pi decisiva. La giunta comunale di Sant'Elpidio a Mare ha deliberato in settimana

la costituzione in giudizio contro il ricorso presentato da Prada. Un atto dovuto, per giocare davanti al Tar Marche la più delicata delle sfide per il Comune elpidiense, che in caso di sconfitta subirebbe a livello economico un colpo da ko da cui sarebbe ben difficile rialzarsi.



L’azienda milanese ha infatti presentato a novembre una richiesta di risarcimento danni da ben 30 milioni di euro, come compensazione di tutti i danni subiti a causa dell'illegittimità delle licenze commerciali del Castagno brand village, sancita dal Tar prima e poi confermata in Consiglio di Stato. L'amministrazione ha disposto lo stanziamento di una somma di 10.000 euro per la copertura delle spese legali.



A resistere, oltre al Comune, anche la società Il Castagno. Starà ora al segretario generale dell'ente l'individuazione di un professionista a cui affidare la tutela del Comune. Il ricorso di Prada, formalmente notificato al comune il 18 novembre, è stato iscritto in elenco al registro del Tar a inizio dicembre. La scorsa settimana i legali della nota griffe, gli avvocati Francesco Cataldo, Alberto Clini e Diego Vaiano, hanno effettuato un ulteriore deposito di documenti.



Non è ancora stata fissata un’udienza, che dovrebbe essere calendarizzata a breve. Probabilmente si attende, prima di procedere, un pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso dei terzi (cioè le attività proprietarie o locatarie di locali al Castagno) che hanno impugnato l'annullamento delle licenze. Se quel provvedimento fosse confermato, i negozi del polo di zona Brancadoro dovrebbero chiudere.



Prada si è rivolta alla giustizia amministrativa per rivendicare un risarcimento su danni, sia d'immagine che economici, provocati dalla lunga querelle giudiziaria e dalla decisione, dello scorso agosto, da parte del Consiglio di Stato. Il ragionamento dell'azienda è semplice: loro si sono limitati ad acquistare uno spazio all'interno di un villaggio commerciale e tutte le diatribe sulla regolarità della lottizzazione non li riguardano, anzi li hanno danneggiati.
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