PORTO SANT'ELPIDIO - Ricordate l’eruzione esplosiva del vulcano Hunga-Tonga-Hunga-Ha’apa, avvenuta lo scorso 15 gennaio nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico? L’immagine ripresa dai satelliti dello tsunami che ha solcato le acque del Pacifico è ormai divenuta tra le più cliccate nel mondo del Web. Dal giorno dopo sono apparsi articoli sulla registrazione dell’onda di pressione che è passata sopra l’oceano e che ha attraversato tutto il globo.
Il picco
Anche alla nuova stazione meteo “Carlo Urbani” dell’IISS di Porto Sant’Elpidio è stato registrato un picco di pressione alle ore 21 del 15 gennaio. Dopo due settimane di analisi dei dati raccolti si è deciso di ufficializzare la notizia grazie all’esclamazione “Fantastico!” del professore di Fisica Massimo Marini e “Assolutamente sì! Al 99,9%” dell’astronomo Andrea Bernagozzi dell’Osservatorio astronomico della regione autonoma Valle d’Aosta di Saint-Barthélemy (dove è avvenuta una registrazione simile dello stesso fenomeno). Il picco di pressione atmosferica (all’interno dell’ovale giallo nell’ immagine allegata) causato dall’eruzione esplosiva del vulcano di Tonga è stato captato anche dalla stazione meteo di Porto Sant’Elpidio.
Le fonti
Numerose ormai sono le fonti che permettono di correlare l’evento registrato al fenomeno naturale. Il Vulcano Hunga-Tonga-Hunga-Ha’apa si trova a circa 17.400 km da noi e le onde di pressione atmosferica generate dalla spaventosa eruzione delle ore 4:14:45 UTC – Universal Time Clock, che corrisponde al fuso orario di Greenwich - dello scorso 15 gennaio (quando da noi erano le 5 e un quarto del mattino), pari all’energia rilasciata da 1000 bombe atomiche di Hiroshima, viaggiando a circa 1.100 km/h (circa 305 m/s), hanno impiegato poco meno di 16 ore per giungere sino a noi, passando dal polo nord.
La proposta
Di sicuro la natura ci ha dimostrato ancora una volta la sua potenza, facendoci capire che dobbiamo imparare a rispettarla. Ora i docenti proporranno ai loro alunni delle attività per continuare ad analizzare i dati raccolti e chissà se in un futuro non troppo lontano il polo “Carlo Urbani” non possa generare un nuovo “Bernacca”.