PORTO SANT’ELPIDIO - Un bacio non è sesso, cadono tutte le accuse dei genitori di una ragazzina contro l’ex fidanzato. Un giovane ha vissuto venti mesi d’inferno dall’estate 2019 ad oggi. Di fondo c’è una storia d’amore vissuta tra luglio 2017 e novembre 2018: lui aveva una trentina d’anni, lei 16.
La differenza d’età, per i genitori della adolescente era la differenza tra il bene e il male, ma i due erano davvero innamorati. Questo emerge dalla storia che ha portato un portoelpidiense in tribunale per difendersi da un’infamante accusa: sottrazione di minore.
La richiesta
Dopo quasi due anni d’inferno per lui, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Fermo, Maria Grazia Leopardi, ha acconsentito alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero. L’uomo può ricominciare a vivere. Si tratta di un giovane prestante, accusato dai genitori dell’allora minorenne portoelpidiense, oggi diciottenne, di aver trattenuto la ragazzina senza la loro autorizzazione, di averci fatto sesso mentre l’aveva in affidamento e in custodia. Accusa infondata. Non c’era affidamento, non c’era custodia. Semplicemente la ragazza frequentava assiduamente la palestra dove i due si erano conosciuti e si incontravano spesso. Si erano innamorati, si erano baciati iniziano una relazione amorosa. Ma i genitori della ragazzina non accettavano la relazione e hanno querelato il fidanzato.
Le indagini
Scrupolose indagini della polizia di Stato, coordinate dalla Procura, hanno ricostruito la vicenda e chiuso un brutto capitolo nella vita di una coppia come ce ne sono tante.
Le accuse
L’imputato, assistito dagli avvocati Francesco Cicconi e Luca Pascucci, è stato interrogato il 5 dicembre 2019. Le indagini hanno indebolito il quadro indiziario a suo carico. Sui dispositivi sequestrati è emersa la relazione sentimentale e poi è arrivata la svolta, con la difesa che ha messo in dubbio l’esistenza del legame di affidamento e custodia. In pratica la relazione era nata con la frequentazione della stessa palestra. Così è stata annullata la condotta di rilevanza penale per lui. «Siamo soddisfatti perché abbiamo dimostrato quanto abbiamo sempre sostenuto: l’innocenza del nostro assistito, ma purtroppo l’amore non ha trionfato» commentano i legali della difesa.