Meno bimbi e matrimoni per la pandemia. Porto Sant’Elpidio si conferma una città multiculturale

La nursery di un ospedale pediatrico. Le culle si stanno svuotando
La nursery di un ospedale pediatrico. Le culle si stanno svuotando
di Sonia Amaolo
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Venerdì 4 Febbraio 2022, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 18:56

PORTO SANT’ELPIDIO - Registra una certa effervescenza Porto Sant’Elpidio in base agli ultimi dati: segna +0,27% di imprese attive mentre altri comuni registrano -0,27%, -1,07%, -1,28%. Così Fermo, Monte Urano, Montegranaro. 

Riviera multietnica 
La riviera elpidiense è multietnica, ci sono 61 nazionalità bene integrate. Queste positività fanno emergere più forte un dato drammatico: il crollo delle nascite rispetto al periodo precovid. Si sposano meno persone e le coppie non fanno figli.

Su un paese di 1.456 abitanti per kmq il picco di residenti c’è stato nel 2017 (26.408). Dopo un calo nel 2018 (26.338) la curva è tornata a salire e il 2020 registra 26.378 residenti. Toccato il minimo storico nel 2011 (25.442), l’anno dello spread, la grande recessione, dal 2014 il numero si è tenuto sempre sopra i 26mila abitanti. Non c’è la fuga da Porto Sant’Elpidio ma nascono meno bambini. Nel report del Comune sono registrati 21 senza tetto, più italiani che stranieri. Tra gli stranieri (14,7%) - dati Istat - ci sono 764 cinesi, 577 albanesi, 519 indiani, 225 pakistani, 182 marocchini e tanti sottogruppi. 
Le famiglie cambiano 
Quello che interessa al momento, però, non è il felice melting pot ma è la trasformazione della famiglia in atto. Gli over 75 anni sono il 12,7% del totale, il 16% è in fascia 45-54 anni. Significa nati tra il 1967 e il 1976, prima della crisi petrolifera, la recessione, l’inflazione alle stelle. Già c’era un punto di caduta e negli anni, più si accorcia l’età più si riducono i residenti. Al 2020 risultano 376 bambini in fascia 0-2 anni (1,40%), 629 in fascia 3-5 anni (2,40%) e 1.419 in fascia 6-11 anni (5,40%). In pratica tra il 2018 e il 2020 sono nati un terzo di quelli che erano nati tra il 2009 e il 2014. Guardiamo ora il numero dei componenti per famiglia. I dati non comprendono i conviventi. Risultano 236 famiglie con più di 6 persone, 2.053 di 4/5 componenti, 2.262 con 3 persone, quindi coppie con unico figlio. Ci sono 2.859 mariti e mogli senza figli e 3.671 single. Su queste basi, con queste trasformazioni in corso i comuni sono chiamati sempre più e con maggior forza a intervenire per rispondere a problemi crescenti della popolazione. 
Gli anziani
Gli anziani rappresentano una fragilità ma sono anche un punto di forza. Non si può più nascondere che intere famiglie poggiano proprio sulle pensioni dei nonni per tirare avanti. Ma l’età che avanza pone tutta una serie di problematiche di difficile soluzione, anche sul piano economico se pensiamo all’improduttività di chi è fuori dal mercato. Che sia over o under. Giovani senza lavoro o precari. 
La psicoterapeuta 
L’arresto delle nascite, secondo la psicologa e psicoterapeuta familiare Beatrice Spina, è un punto da cui partire per una società uscita distrutta dalla pandemia. «Gli aspetti demografici di una popolazione sono il risultato di variabili sociali, economiche e psicologiche interconnesse – dice l’esperta – ma la decrescita della natalità non si deve considerare come un elemento negativo ma come un rilevatore, per ripensare e riprogettare servizi che prevengano e promuovano il benessere degli individui.

Penso al supporto oggi necessario ai singoli, alle coppie, alle famiglie. L’Ordine nazionale degli Psicologi vuole istituire lo psicologo di base per fare in modo che tale figura sia accessibile a tutti. La denatalità fa paura fin quando non si capisce che può essere un’opportunità. Fermiamoci e capiamo quali sono i nuovi bisogni».

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