Stop a Famiglini, voto in Consiglio: sotto esame le regole sulle assenze

Stop a Famiglini, voto in Consiglio: sotto esame le regole sulle assenze
Stop a Famiglini, voto in Consiglio: sotto esame le regole sulle assenze
di Sonia Amaolo
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Giovedì 24 Febbraio 2022, 09:00

PORTO SANT’ELPIDIO  - La richiesta della Lega per la decadenza del consigliere Giorgio Famiglini scoperchia il vaso di Pandora. Il problema è a monte, supera il caso individuale che sarà discusso questa sera in Consiglio. Mai prima si era attuato il regolamento sul funzionamento del Consiglio nei casi di assenze. Il regolamento non era stato rispettato né con Milena Sebastiani né con Vitaliano Romitelli presidente. Gli assenti non sempre davano preventiva comunicazione e quando lo facevano usavano soprattutto un messaggino su WhatsApp.


A questo punto tre assenze di fila (tra agosto e ottobre dell’anno scorso) di un consigliere che, secondo il Carroccio, occupa un seggio non suo solleva un problema.

Si può capire meglio il perché del voto segreto a porte chiuse e si può comprendere come mai al telefono gli interessati ieri erano irraggiungibili. Meglio non parlare. La richiesta della Lega di rimuovere l’assenteista solleva una questione irrisolta. Il regolamento sul funzionamento del consiglio a Porto Sant’Elpidio dice che «il consigliere è tenuto a partecipare a tutte le sedute e, in caso di assenza, la giustificazione deve avvenire mediante comunicazione scritta o verbale motivata, inviata anticipatamente dal consigliere al presidente, il quale deve darne notizia al Consiglio».

Dice anche «i consiglieri che non intervengono a tre sedute consecutive senza giustificati motivi sono dichiarati decaduti – e ancora – in caso di mancata giustificazione delle assenze il presidente procede d’ufficio alla notificazione di una lettera di contestazione all’interessato, intimandogli di presentare giustificazioni scritte entro il termine perentorio di 10 giorni dall’avvenuta notifica. Pervenute in tempo utile le giustificazioni il presidente formula una proposta di deliberazione circa la pronuncia di decadenza sulla quale il Consiglio è chiamato ad esprimersi mediante votazione nel corso della seduta immediatamente successiva». Ebbene tutto questo non è avvenuto mai. Dunque la partita non riguarda un consigliere ma tutti. In linea generale le assenze danno luogo a revoca quando mostrano un atteggiamento di disinteresse per motivi futili o inadeguati rispetto agli impegni assunti con l’incarico pubblico elettivo (Cons. Stato, sez. V, 17 giugno 2019, n. 4047). Altresì è illegittima la deliberazione del Consiglio con cui si pronuncia la decadenza quando non è preceduta dalla comunicazione all’interessato dell’avvio del procedimento.


Si debbono chiedere elementi certi e verificabili sulle cause dell’assenza per distinguere gli impedimenti effettivi dal semplice disinteresse. Questo, almeno, chiede la Lega al Consiglio. L’esibizione di certificati medici assicura oggettività e verificabilità al motivo di assenza, a garanzia del corretto funzionamento dell’organo collegiale e consente il controllo della collettività senza essere vessatoria nei confronti dell’interessato. Comunque si evolverà la faccenda è una bella gatta da pelare. Il Carroccio non è disposto a scendere a compromessi.

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