Servizi sociali, sempre più numerose le famiglie in difficoltà: «Nuova corsa ai pacchi alimentari»

Servizi sociali, sempre più numerose le famiglie in difficoltà: «Nuova corsa ai pacchi alimentari»
Servizi sociali, sempre più numerose le famiglie in difficoltà: «Nuova corsa ai pacchi alimentari»
di Sonia Amaolo
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Sabato 15 Gennaio 2022, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 17:31

PORTO SANT’ELPIDIO  - Sempre più difficile barcamenarsi tra nuovi poveri, depressi e casi clinici. Drammatico il quadro che emerge da un’analisi della situazione a Porto Sant’Elpidio. Una cittadina che rispecchia il quadro nazionale. Un quadro che ha convinto il Comune a rinforzare la macchina sociale. Si prevedono due nuove assistenti a Villa Murri.


Due persone da impiegare a tempo indeterminato perché, come diceva ieri l’assessore Marco Traini «c’è bisogno di nuova forza lavoro perché la popolazione ha bisogno di aiuto».

Sia chiaro, non è più solo un problema di procurarsi il pane. Siamo andati ben oltre da un anno all’altro. Le associazioni di volontariato, prima su tutte Il Samaritano, non hanno problemi con la distribuzione di pacchi alimentari, che pure si sono moltiplicati nell’ultimo periodo. Il problema con il quale bisogna fare i conti oggi è con la crisi di nervi che aleggia tra le persone.

Gli esperti usano la parola “sindemia” a indicare la patologia sanitaria e insieme economica e psicologica. A forza di tirare, la corda s’è spezzata e il terzo settore fatica a gestire l’emergenza. Sono in aumento i malati psichiatrici. Questo è il dramma nel dramma. Dopo la resistenza iniziale siamo alla fase dell’esaurimento. Con i senza tetto che – di sicuro – non hanno né una tessera sanitaria né tantomeno un Green pass. Persone che non si possono lasciare in mezzo a una strada, ma accoglierli è pericoloso. Non accoglierli è incivile. Come la mettiamo? La questione sociale sta per esplodere.

«Con i pacchi alimentari aiutiamo 608 individui» dice Andimo Panetta, presidente del Samaritano, una struttura di accoglienza aperta in via del Palo, seppure in misura ridotta. Comunque capace di offrire un letto per la notte a chi non ce l’ha. «Il problema – avverte Panetta – non è la mancanza di pane perché noi non abbiamo difficoltà a reperire il cibo e distribuirlo. Siamo attrezzati, i beni di prima necessità non ci mancano mai. Oggi l’emergenza è un’altra: è il disagio psicologico, accentuato negli ultimi due anni, con la pandemia». Il tema che pone Panetta è di ordine pratico. La domanda che sorge spontanea è: come gestire la fragilità psicologica, oltre al disagio economico? E i nuovi poveri che finiscono sulla strada, certamente sconosciuti all’Azienda sanitaria, quindi non vaccinati, magari influenzati, come vengono trattati? Dove vanno a finire? Sono problemi su problemi che si sommano.


«Viviamo con questo genere di situazioni critiche ogni giorno» rimarca Tiziana Antonini, presidente di “Vicino a te”, un’associazione di volontariato molto attiva sul territorio. «Le persone in situazioni d’indigenza per mancanza di lavoro, senza soldi e malate diventano intrattabili. Si può comprendere. Noi ci occupiamo dei nuovi poveri, quelli che hanno perso il lavoro, cerchiamo di aiutarli con il pacco alimentare che consegniamo anche a casa se necessario, ma la situazione è degenerata da un anno all’altro. Anche perché non è solo il problema di pane, c’è anche il problema di come pagare l’affitto e le bollette, non tocchiamo poi l’argomento vaccini».

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