Costa flagellata dal maltempo, emergenza per le scogliere: in Consiglio il cronoprogramma sui lavori

Costa flagellata dal maltempo, emergenza per le scogliere: in Consiglio il cronoprogramma sui lavori
di Sonia Amaolo
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Lunedì 28 Dicembre 2020, 03:25

PORTO SANT'ELPIDIO - Dicembre è il mese che detta l’agenda sul fronte della lotta all’erosione. Si parte dal 6 dicembre 2019, quando la Regione approva il piano di gestione integrata delle zone costiere e prevede scogliere emerse a Porto Sant’Elpidio. L’amministrazione pochi giorni dopo, il 16 dicembre, approva il progetto preliminare per valutare la fattibilità dell’opera.

Quest’anno, il 10 dicembre, l’Università Politecnica anticipa all’amministrazione i risultati dello studio che la Regione deve approvare, e cofinanziare. Il documento sarà consegnato tra gennaio e febbraio e, se ci sarà l’ok da Ancona, si procede a stralci. Dopo la Befana si farà il punto in Regione ma già stasera in Consiglio dello studio si parlerà con la mozione che pone il problema della linea di costa modificata e arretrata negli ultimi anni, dopo gli ultimi interventi di manutenzione. Il tutto dopo l’ennesima ondata di maltempo con nuovi problemi per le spiagge.

Per avere la scogliera dal Tenna al Chienti occorrono 24 milioni, impossibile un intervento unico, si avanza in tre step. I lavori partirebbero a settembre 2021 per concludersi nel 2025. Come cambierà la linea di costa in questi 5 anni? La domanda che si pone. Nelle fasi transitorie i tratti confinanti a quelli interessati dai lavori come risponderanno? Il 6 novembre la dirigente regionale Stefania Tibaldi ha detto che tutta l’operazione «non deve creare problemi nella fase transitoria».

Di questo si parlerà stasera, il Consiglio è chiamato a pronunciarsi per dettare l’agenda, per un indirizzo politico chiaro.

Si parte dal presupposto che il piano regionale approvato l’anno scorso faceva riferimento alla linea di costa rilevata tra il 2008 e il 2015 ma, da allora, la costa ha subito notevoli modifiche. La rifioritura della barriera soffolta realizzata nel 2006 e rinforzata tra il 2014 e il 2016 ha eroso dove mancava la barriera sommersa e non c’era niente da rinforzare. La stessa cosa si verificherà con le scogliere emerse.

Procedere a stralci provocherà alterazioni, squilibri, scompensi, quindi ancora prima di posare il primo scoglio bisogna sapere dove si andrà a parare. Sono quattro gli scenari allo studio: scogli a 170 o 250 metri dalla riva e a distanza di 20 o 30 metri tra un blocco e l’altro. L’Università dovrà dare indicazioni anche sui pennelli a nord e a sud dire se devono essere accorciati, rimossi o lasciati come sono. Oltre al dibattito sulle scogliere, altri argomenti saranno discussi nell’ultimo Consiglio dell’anno questa sera, a partire dalle 18.30.

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