I temi
Tutto era partito dalla diffida dello stesso Marcotulli che non ha avuto risposta. Attraverso il bando appena uscito, il Comune affitterà 305 mq di area commerciale al Gigli, è stabilito un costo per realizzare tutti i servizi, bagni, impianti e pavimenti, a 81.500 euro, una somma che sarà detratta dal canone stabilito in 3mila euro al mese.
L’iniziativa
Marcotulli, nei giorni scorsi, ha inviato una richiesta formale al Comune per far sospendere il bando che prevede una locazione con contratto di sei anni, una cauzione di 9mila euro e domande da inviare entro il 4 maggio. Ormai ci siamo. Il bando, secondo Marcotulli «lede i diritti di trasparenza, imparzialità, par condicio e potrebbe determinare conseguenze per l’ente. Ci è voluto un anno e mezzo per decidere e ora si chiude la partita, a ridosso delle elezioni, con soli 30 giorni di tempo e con il Primo Maggio di mezzo. Non sono tempi adeguati a formulare un’offerta ragionata, è irresponsabile fare una valutazione per un investimento di 300mila euro in così poco tempo». Marcotulli ha diffidato ufficialmente l’amministrazione a procedere, inviando una pec al Comune e, al silenzio che ne è seguito, ha lanciato l’invito a partecipare al consiglio alla cittadinanza. Tra le cose che non tornano la scelta del canone di locazione minimo, non si capisce perché sia stato deciso dal dirigente e non dalla giunta nell’atto d’indirizzo che non contemplava la spesa per i lavori di completamento, «né si diceva che questa spesa sarebbe stata detratta dall’affitto» la chiosa dell’esponente di FdI.
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