Radu ucciso con dodici pugnalate alle spalle: c'è un altro indagato per l'omicidio

Porto Sant'Elpidio, Radu ucciso con dodici pugnalate alle spalle: c'è un altro indagato per l'omicidio
Porto Sant'Elpidio, Radu ucciso con dodici pugnalate alle spalle: c'è un altro indagato per l'omicidio
di Sonia Amaolo
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Sabato 13 Febbraio 2021, 07:40

PORTO SANT’ELPIDIO - C’è un indagato per la morte di Mihaita Radu. A distanza di un anno dall’efferato omicidio del 31enne romeno residente a Porto Sant’Elpidio il sostituto procuratore Alessandro Pazzaglia si appresta a notificare l’avviso di conclusione delle indagini in base alle tracce biologiche trovate sul cadavere. La Procura stringe il cerchio su un connazionale della vittima, residente anche lui a Porto Sant’Elpidio, come il romeno trovato morto nelle campagne elpidiensi quasi un anno fa.

La pista

L’indagato non si è mai allontanato, al contrario di quanto si ipotizzava ed è sempre rimasto in zona. Radu fu accoltellato 12 volte alle spalle e il suo cadavere fu rinvenuto in un luogo diverso da quello dell’omicidio. Almeno un’altra persona si potrebbe aggiungere alla lista degli indagati, per favoreggiamento. Qualcuno che avrebbe aiutato l’assassino a disfarsi del ferito agonizzante fino a lasciarlo esanime in strada, dov’è stato recuperato dagli operatori della Croce Verde. Sotto il profilo tecnico processuale per il pm ci sono elementi indiziari chiari che riconducono all’indagato, nessuna archiviazione quindi. Questo era il timore della famiglia del ragazzo ucciso. Si sarebbe trattato di un delitto d’impeto concepito e attuato nell’immediatezza, senza premeditazione. Radu era di spalle al momento della feroce aggressione e non si aspettava di essere colpito.. Nel referto dell’esame autoptico non risultano altri segni di violenza oltre alle coltellate letali. Il romeno non aveva cattive frequentazioni e si esclude il regolamento di conti. Viveva in un normale contesto familiare, qualche problema con la ex, più normalità che eccezione nei casi di separazione. Sulla donna si erano concentrate le attenzioni ma sarebbe risultata estranea ai fatti. Radu il giorno prima di morire era stato a casa di lei, poi aveva proseguito la serata nei locali di via Battisti, dove le telecamere lo avevano ripreso mentre camminava barcollando dopo un’ubriacatura. Alla base dell’aggressione ci sarebbero vecchi rancori e qualche bicchiere di troppo avrebbe scatenato la furia omicida. C’era stata la paura che l’indagine potesse concludersi con un nulla di fatto e l’avvocato della famiglia, Filippo Polisena del Foro di Fermo, aveva lanciato un appello nel luglio scorso: «Chi ha visto parli» aveva detto. 
L’appello
I vicini di casa del romeno avevano subito ipotizzato una lite sfociata in tragedia.

La madre del 31enne, Stoiana Radu, sempre a luglio ci aveva rilasciato una sofferta intervista per chiedere la verità su suo figlio: «Voglio sapere chi l’ha ucciso e non mi fermerò finché non sarò andata fino in fondo». Ora «prendiamo atto con favore che, nei termini previsti dalla legge, a un anno dall’avvio delle indagini, c’è una persona iscritta nel registro indagati – dice Polisena - la Procura ha individuato un soggetto nei cui confronti convergono molti elementi, tali da farlo ritenere l’autore del reato. Questo ci soddisfa, è un riconoscimento per l’attività svolta dagli inquirenti, per l’attività da noi svolta e per le aspirazioni di giustizia dei familiari. Parteciperemo al processo che si andrà ad instaurare, continueremo a dare il nostro contributo per la ricerca verità. Faremo tutto affinché il colpevole sia assicurato alla giustizia. Un delitto tanto efferato non può restare senza colpevoli» chiosa il legale. Dalla notifica dell’avviso di conclusioni delle indagini decorreranno 20 giorni nei quali l’indagato sarà sottoposto a interrogatorio e potrà presentare memorie difensive. Alla scadenza il magistrato deciderà se chiedere al giudice per le indagini preliminari di fissare l’udienza con il rinvio a giudizio dell’indagato che, da quel momento, diventa imputato.

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