PORTO SANT’ELPIDIO - C’è un indagato per la morte di Mihaita Radu. A distanza di un anno dall’efferato omicidio del 31enne romeno residente a Porto Sant’Elpidio il sostituto procuratore Alessandro Pazzaglia si appresta a notificare l’avviso di conclusione delle indagini in base alle tracce biologiche trovate sul cadavere. La Procura stringe il cerchio su un connazionale della vittima, residente anche lui a Porto Sant’Elpidio, come il romeno trovato morto nelle campagne elpidiensi quasi un anno fa.
La pista
L’indagato non si è mai allontanato, al contrario di quanto si ipotizzava ed è sempre rimasto in zona. Radu fu accoltellato 12 volte alle spalle e il suo cadavere fu rinvenuto in un luogo diverso da quello dell’omicidio. Almeno un’altra persona si potrebbe aggiungere alla lista degli indagati, per favoreggiamento. Qualcuno che avrebbe aiutato l’assassino a disfarsi del ferito agonizzante fino a lasciarlo esanime in strada, dov’è stato recuperato dagli operatori della Croce Verde. Sotto il profilo tecnico processuale per il pm ci sono elementi indiziari chiari che riconducono all’indagato, nessuna archiviazione quindi. Questo era il timore della famiglia del ragazzo ucciso. Si sarebbe trattato di un delitto d’impeto concepito e attuato nell’immediatezza, senza premeditazione. Radu era di spalle al momento della feroce aggressione e non si aspettava di essere colpito.. Nel referto dell’esame autoptico non risultano altri segni di violenza oltre alle coltellate letali. Il romeno non aveva cattive frequentazioni e si esclude il regolamento di conti. Viveva in un normale contesto familiare, qualche problema con la ex, più normalità che eccezione nei casi di separazione. Sulla donna si erano concentrate le attenzioni ma sarebbe risultata estranea ai fatti. Radu il giorno prima di morire era stato a casa di lei, poi aveva proseguito la serata nei locali di via Battisti, dove le telecamere lo avevano ripreso mentre camminava barcollando dopo un’ubriacatura. Alla base dell’aggressione ci sarebbero vecchi rancori e qualche bicchiere di troppo avrebbe scatenato la furia omicida. C’era stata la paura che l’indagine potesse concludersi con un nulla di fatto e l’avvocato della famiglia, Filippo Polisena del Foro di Fermo, aveva lanciato un appello nel luglio scorso: «Chi ha visto parli» aveva detto.
L’appello
I vicini di casa del romeno avevano subito ipotizzato una lite sfociata in tragedia.