Nodo-Fim, la proprietà adesso vuole accelerare: «Ma salveremo la palazzina uffici»

Nodo-Fim, la proprietà adesso vuole accelerare: «Ma salveremo la palazzina uffici»
Nodo-Fim, la proprietà adesso vuole accelerare: «Ma salveremo la palazzina uffici»
di Sonia Amaolo
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Martedì 15 Febbraio 2022, 05:30

PORTO SANT’ELPIDIO -  Dopo le dichiarazioni del sindaco Nazareno Franchellucci sulla Fim, oggi parla la società. Per società s’intende l’azienda che ha il grosso delle quote in Fim, ossia Fratelli Simonetti. Il sindaco è convinto della bontà dell’operazione dei privati e ritiene necessario demolire quel che resta del vecchio opificio per riavviare la bonifica.

È intenzionato ad adire le vie legali, Franchellucci, se gli enti preposti a prendere le decisioni non si affrettano, come richiede la situazione.

Fim Srl oggi dice la sua: «La società intende fare chiarezza sulla vicenda amministrativa che interessa la bonifica dell ’ex cattedrale. I lavori di bonifica sono fermi a causa delle oggettive difficoltà di conservazione dell’immobile. L’asportazione delle sostanze inquinanti dalle murature comporterebbe la definitiva compromissione della sicurezza statica delle strutture. Questo stato di cose è stato attestato con autorevolezza dalla relazione dell’Università Politecnica e ne hanno preso atto sia il Tar Marche, avvalorando le conclusioni tecniche contenute, sia la Conferenza dei servizi da ultimo attivata ai fini della variante. La Fim si sta attenendo alle sue indicazioni. La memoria del luogo sarà garantita da una ricostruzione della ex cattedrale secondo le indicazioni che daranno le autorità e dall’intervento di restauro della palazzina uffici che verrà integralmente conservata: è possibile, infatti, conservare e valorizzare ciò che esiste ancora e non poche mura pericolanti che non hanno più la consistenza dell’originario edificio e che sono preservate da Fim Srl grazie a un’imponente opera di sostegno».


Per la società «le dichiarazioni rilasciate da Mauro De Angelis nel corso dell’incontro con le associazioni ambientaliste sono state una provocazione calata in un clima esasperato, provocato da voci e idee che da mesi si rincorrono sulla possibilità di recupero della cattedrale. Peraltro non sostenute da studi capaci di contraddire le conclusioni della Politecnica. Una provocazione, quindi, lanciata per rispondere a chi sostiene proposte irrealizzabili di recupero di mura fatiscenti che creano confusione e rallentano la bonifica dell’area».

Per provocazione s’intende l’esternazione dell’imprenditore circa la possibilità di far entrare il Comune in possesso dei resti della vecchia fabbrica per risanarla in due anni. Questi sono i tempi che si richiedono. Per il Comune sarebbe impossibile e per questo nelle orecchie del sindaco è risuonata subito la provocazione che oggi conferma la società: «Il dialogo con il Comune è costante e la società è allineata con quanto dichiarato dal sindaco in merito alla necessità di avere risposte celeri dagli enti preposti e di completare quanto prima la bonifica dell’area e la sua riqualificazione a beneficio dell’intera cittadinanza», la chiosa.

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