Martiri delle Foibe, la storia infinita. C’è un altro stop: «Il Comune ora ascolti i proprietari»

Martiri delle Foibe, la storia infinita. C’è un altro stop: «Il Comune ora ascolti i proprietari»
Martiri delle Foibe, la storia infinita. C’è un altro stop: «Il Comune ora ascolti i proprietari»
di Sonia Amaolo
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Domenica 2 Gennaio 2022, 07:20

PORTO SANT’ELPIDIO  - Si riapre il capitolo di via Martiri delle Foibe, la proprietà torna ad appellarsi al Tar per riaprire la trattativa con il Comune di Porto Sant’Elpidio. Secondo l’avvocato che tutela la signora Maria Nociaro e gli eredi, proprietari del terreno da espropriare, l’Ente non può agire d’imperio senza esaminare le osservazioni proposte dai privati.


Il progetto iniziale prevede il prolungamento della strada con la carreggiata a doppia circolazione che si allargherebbe di 3,5 metri e si allungherebbe di 10 metri.

Il progetto, però, resta sulla carta se non si trova un accordo. L’avvocato Jacopo Severo Bartolomei torna a stoppare l’iter. Si critica la perizia prodotta dal Comune, che non tiene conto delle controproposte della proprietà: il restringimento di un terzo della sede viaria con previsione di strada a senso unico o la facoltà di estendere l’esproprio all’intero lotto, cosa più volte sollecitata. Il Comune aveva avviato la procedura espropriativa su un’area di 2.575 mq che avrebbe voluto acquistare a 75mila euro mentre la proprietà chiedeva 125mila euro. La Commissione provinciale fissò la quota del giusto indennizzo a 113mila euro ma le parti non si sono accordate. La vicenda ha preso la piega del tribunale finché sembrava che il Comune avesse avuto la meglio e i lavori fossero sul punto di partire.


C’è stata una sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione al Comune ma la proprietà torna sul contenzioso. «L’Ente è ripartito senza indugio e senza valutare la congrua proposta conciliativa della proprietà per addivenire alla cessione bonaria dell’intera area di circa 5mila m² - dice l’avvocato Bartolomei -: la sentenza definitiva, con accertamenti in fatto e in diritto passati in giudicato, appurava che l’opzione è illegittima, è ingiustamente afflittiva in quanto si risolve in un intervento assai penalizzante e oltremodo gravoso per il privato». Assodato che sono necessarie e urgenti le opere di urbanizzazione primaria: asfalto, illuminazione, gas, reti idrica, elettrica, telefonica, fognaria, resta il fatto che i lavori, secondo l’avvocato, graverebbero tutti solo sulla proprietà, che si ritroverebbe con un frustolo di terreno inservibile dopo l’esproprio. Il Comune, secondo il legale, avrebbe sbagliato a incaricare il geologo tra marzo e aprile 2020, quando l’attività amministrativa era limitata a questioni strettamente urgenti a causa del Covid-19. E avrebbe sbagliato a procedere senza sentire la controparte, deliberando in consiglio il 29 settembre la variante parziale.


Il pubblico non rispetterebbe così il diritto del privato ad essere informato sull’attività che riguarda la sua proprietà «costringendolo a far ricorso per la terza volta, onde far valere le sue ragioni» chiosa il professionista che il 28 dicembre ha depositato il ricorso al Tar. L’udienza per la sospensiva si potrà tenere entro fine gennaio o inizio febbraio.

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