Giovane ucciso a coltellate a Porto Sant'Elpidio, fissate le udienze. L'imputato non c'è: «Ma lui non c'entra»

Giovane ucciso a coltellate a Porto Sant'Elpidio, fissate le udienze. L'imputato non c'è: «Ma lui non c'entra»
Giovane ucciso a coltellate a Porto Sant'Elpidio, fissate le udienze. L'imputato non c'è: «Ma lui non c'entra»
di Pierpaolo Pierleoni
2 Minuti di Lettura
Venerdì 3 Febbraio 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 15:51
PORTO SANT’ELPIDIO - Si è aperto ieri, in Corte d’assise a Macerata, il processo per l’omicidio di Mohaita Radu, il 31enne di origini romene trovato cadavere all’alba del 17 febbraio 2020 nelle campagne di Porto Sant’Elpidio, all’incrocio tra via Pescolla e raccordo Pian di Torre. Un caso rimasto avvolto nel mistero, fino alla svolta delle indagini che hanno visto incriminato Toja Besmir, un 34enne albanese. È stata una prima udienza tecnica, nel corso della quale sono state ammesse le prove da parte del Pm e delle difese e calendarizzate le prossime tappe del processo. Prossima udienza il 2 marzo. 


La posizione


Besmir, sul quale non sono mai state emesse misure cautelari malgrado il rinvio a giudizio per il delitto, al momento ha fatto ritorno nel suo Paese d’origine. A difenderlo gli avvocati Marco Tomassini e Giovanni Lanciotti. «Oggi la procedura non prevede più il rito abbreviato per reati punibili con l’ergastolo – commenta quest’ultimo legale –: avremmo chiesto in ogni caso il rito ordinario. L’assistito si è sempre dichiarato estraneo. I sospetti a suo carico sono incentrati sul fatto che lui e la vittima abbiano avuto contatti la sera prima dell’omicidio, ma Besmir ha sempre sostenuto si sia trattato di un colloquio amichevole e di non avere ragioni per commettere il delitto».

Il rinvio a giudizio

Lo scorso settembre, il gup del tribunale di Fermo aveva rinviato a giudizio l’albanese ed ammesso la costituzione di parte civile dei genitori della vittima, del figlio e dell’ex compagna di Radu. Sulla tragica fine di Mihaita si è indagato a tutto campo, per fare chiarezza su un delitto apparso nelle prime fasi come inspiegabile. Quando un passante diede l’allarme, quella mattina di febbraio, vedendo un corpo esanime a lato della strada, il 31enne era già morto da alcune ore. La modesta quantità di sangue intorno al corpo, nonostante le numerose coltellate alle spalle, ha fatto subito pensare che il corpo fosse stato scaricato nelle campagne di Porto Sant’Elpidio dopo un’aggressione avvenuta altrove. Ben trenta, i segni dei fendenti con un’arma da taglio, rilevati sulla salma del giovane.

© RIPRODUZIONE RISERVATA