PORTO SANT’ELPIDIO - La proprietà è disposta a consegnare la Cattedrale al Comune così com’è. Non gratis, sia chiaro. L’imprenditore Mauro De Angelis, comproprietario dell’area, all’incontro organizzato da 7 associazioni ambientaliste venerdì sera in via Del Palo, ha lanciato la bomba. Sottolineando che il Comune «deve impegnarsi a mettere a posto la struttura entro due anni». Nessuno dell’amministrazione era all’incontro e l’offerta (o la provocazione) resta aperta. Ma il sindaco è chiamato a rispondere a questo punto.
La palla lanciata dalla proprietà apre a una serie di riflessioni.
Il Comune, dopo avere speso 3 milioni per il Gigli, potrebbe comprare quel che resta dell’opificio? Andrea Putzu, consigliere regionale e presidente della Commissione per lo Sviluppo, ha partecipato all’incontro e dice «sono assolutamente d’accordo a che l’area possa tornare al Comune, l’amministrazione dovrebbe prendere al volo l’apertura del privato».
Tra gli organizzatori dell’iniziativa (Legambiente, Italia Nostra, Kayak, Fabbrica delle Idee, Lipu, Laudato Sì Montottone, Comitato Tutela Rocca Montevarmine) Pasquale De Angelis, ex assessore comunale, evidenzia gli aspetti emersi dal dibattito: «La proprietà si è detta disponibile a cedere la Cattedrale qualora il Comune voglia tornare protagonista. Quest’apertura l’ha espressa anche Putzu in rappresentanza della Regione ma c’è un convitato di pietra: il Comune. L’amministrazione deve fare passi avanti, deve ragionare con la proprietà per trovare una soluzione. L’area deve tornare pubblica perché, in queste condizioni, non si può neanche attingere ai fondi del Pnrr».
Il commercialista Pierpaolo Lattanzi fa notare il vicolo cieco nel quale si è incanalata la vicenda: «La proprietà deve bonificare, è inadempiente, non paga le imposte e noi la indennizziamo? Sarebbe la replica della questione Gigli». L’avvocato Giancarlo Pacini, ex sindaco, sottolinea un altro aspetto «gli ambientalisti rivendicano la bellezza di una Cattedrale per una valenza che non c’è più. Sono rimasti 7 pali di ferro e mezza parete. Impensabile ricostruire ex-novo. Il dibattito dovrebbe spostarsi sull’area verde non sulla fabbrica. Si potrebbe prospettare un parco urbano. Chi punta a mantenere la memoria storica dovrebbe capire che P.S.Elpidio deve guardare oltre. Il Comune, disinteressato, è il principale portatore d’interesse su quell’area. Dovrebbe farsi interprete del cambiamento».