Chalet, già 60mila euro di danni: «Un freno contro le mareggiate. Non possiamo più aspettare»

di Sonia Amaolo
3 Minuti di Lettura
Martedì 8 Dicembre 2020, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 21:52

PORTO SANT’ELPIDIO  - Otto chalet finiscono in acqua nel martoriato lungomare sud attaccato dalla mareggiata di domenica. Ancora da definire i danni ma, da una prima conta, siamo già a 60mila euro calcolati nelle strutture dislocate tra via Mameli, zona Orfeo Serafini, e via Faleria. Sono saltati gli impianti elettrici, i pavimenti si sono sfondati, franati, le balaustre in legno sono state spazzate via in una sola notte. E ancora, i vialetti, le balconate nuove messe quest’anno, battute come foglie al vento.

LEGGI ANCHE:

Si schianta con l'auto, grosso spavento per un calciatore della Samb


Piante sono finite al macero, come cinque gigli da 1.500 euro, travi di legno e cubi in cemento da 25 chili sono scivolati in mare.

Che ha eroso, fino a svuotare, strutture depotenziate, ormai senza fondamenta. I balneari ancora aspettano i soldi delle mareggiate dell’anno scorso a novembre e, in questo nuovo frangente, chiedono a mani piegate aiuto al Comune, almeno per rimettere tutto a posto.

«L’anno scorso la Regione ci aiutò con 85mila euro, anche in questo caso chiederemo aiuto alla Regione per interventi a favore degli stabilimenti» dice il vicesindaco Daniele Stacchietti con delega alla difesa della costa e ricorda che giovedì avrà in mano lo studio meteomarino dell’Università, propedeutico alle scogliere emerse. «Lavoriamo concretamente a quell’infrastruttura da dicembre 2019, quando la Regione ha previsto questa possibilità - fa sapere Stacchietti - in meno di un anno abbiamo realizzato il progetto preliminare, affidato gli studi propedeutici e ci accingiamo a lavorare sull’esecutivo. Andiamo a velocità pazzesca ma questa, da sola, non basta a recuperare il tempo trascorso. È questione di procedure e di soldi ma la protezione dei nostri chalet per noi è prioritaria».


Quelli più malmessi ad oggi sono: Trentasette, Tropical, Zio Pesce. Seguono a ruota: Veliero, Why Not, Luna Rossa, Storione, Aristomatti. Tutti gli altri in via Faleria dovranno comunque ripulire dai detriti, finiti ovunque, fino alla strada in alcuni tratti. Enrico Vallesi, chalet Zio Pesce, ieri mattina aveva conteggiato 6mila euro di danni solo per la pedana smontata e dice «avevo messo 80 scogli da 25 chili ciascuno, sono finiti al largo. Il mare ha scavato una buca profonda 4 metri e larga 10. Non è crollato il casotto per miracolo ma la balaustra è smontata». Nemmeno le scogliere radenti sono riuscite a proteggere Trentasette, Stefano Alessandrini registra 8mila euro di perdite. Aveva smontato l’impianto elettrico, altrimenti sarebbe stato perfino peggio. Due cabine sono a rischio crollo però lì da lui.


All’Orfeo Serafini è il delirio al Tropical tra gelsi ammalorati, una palma senza più radici, 50 metri di vialetto spazzato via, pietre di tufo in acqua. Fiorenzo Talamonti deve spendere 10mila euro per sistemare e dice che questa ultima mareggiata è stata la peggiore perché: «il mare porta via 5 metri di spiaggia l’anno da 5 anni a questa parte. Rispetto al 2015 abbiamo 30 metri di arenile, comunque andiamo avanti. Mi rimboccherò le maniche anche stavolta, come ho sempre fatto». Andrea Cipriani del Veliero deve rimetter mano alla piscina. Andrea Putzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, si è confrontato con il sindaco ieri e con i consiglieri del suo partito: «Troveremo una soluzione per tamponare subito il danno, dobbiamo cambiare marcia rispetto al passato», chiosa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA