PORTO SANT’ELPIDIO - Sul finire dell’estate, con lo stop ai saldi estivi da ieri e l’approssimarsi dell’autunno il commercio non si piange addosso ma nemmeno canta vittoria. A partire dal centro di via Fratte, Le Ancore, 400 impiegati e 40 negozi, la situazione che si presenta oggi è migliore rispetto allo scorso aprile quando nei fine settimana si dovevano abbassare le serrande dei negozi, eccetto il supermercato e la farmacia causa restrizioni da Covid.
Protestarono i centri commerciali per quelle che ritenevano discriminazioni. Oggi la situazione dovrebbe essere migliorata ma il direttore Ivan Bonora ci va cauto. Novità ci sono state, nel frattempo, il 1° luglio si è ristretto il supermercato e ha fatto spazio all’Upim, catena di grandi magazzini gestita da Ovs.
Considerato anche che ha riaperto il cinema di fianco al centro commerciale, tenendo conto dei saldi, dei turisti in estate, Bonora dice che «i presupposti per una ripartenza totale ci sono» e aggiunge: «Diciamo che l’estate è andata discretamente bene, c’è stato movimento, i negozi hanno venduto abbastanza. Non a livelli pre-Covid ma a un discreto livello. Passato il periodo estivo, vediamo se la cosa si consolida anche per l’autunno. L’ipermercato ha riaperto con la nuova formula e dovrebbe rappresentare un volano la novità, vedremo quanto sarà apprezzata dai clienti. A ottobre potremo tirare le somme». Un bilancio di previsione è d’obbligo, augurandosi di lasciarsi alle spalle le restrizioni da pandemia, non sempre chiare, comprensibili, come le chiusure del fine settimana nei centri commerciali che aveva reso la sopravvivenza di certe gallerie insostenibile.
«Non siamo enti benefici, siamo imprenditori e abbiamo investito tanto per applicare, con estremo scrupolo, tutte le misure possibili per rendere le gallerie luoghi controllati e sicuri, ma a nulla è servito» diceva Bonora in quelle circostanze difficili, ormai superate.
«Oggi l’abbigliamento - riprende - si vende al momento del bisogno, all’ultimo minuto. Siamo in ripresa ma con tanta calma. Turisti ne abbiamo visti, ma molti di più a Porto San Giorgio. Al prezzo fanno caso tutti e la perdita, dall’inizio della pandemia, è stata notevole. C’è una leggera ripresa rispetto ma non siamo ai fatturati del 2019 e i problemi c’erano già dal 2011. Con l’attacco alle Torri Gemelle è cambiato tutto, la gente ha cominciato ad avere paura e ha rinunciato a viaggiare, non compra e non veste come prima».