Barriere, Rfi va avanti come un treno ma il Comitato non ci sta: «Faremo azioni eclatanti»

Barriere, Rfi va avanti come un treno ma il Comitato non ci sta: «Faremo azioni eclatanti»
Barriere, Rfi va avanti come un treno ma il Comitato non ci sta: «Faremo azioni eclatanti»
di Sonia Amaolo
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Sabato 30 Gennaio 2021, 02:45

PORTO SANT’ELPIDIO  - Il comitato portoelpidiense anti-barriere non si arrende, pronto a nuove eclatanti azioni per scongiurare il muro che nasconderebbe il mare alla vista di tutti coloro che non abitano sulla costa. E’ stata una doccia fredda la Conferenza delle Regioni martedì per le Marche, sono rimaste sole ad opporsi alle Ferrovie dello Stato in commissione Ambiente ed Energia. Puglia ed Emilia Romagna si sono sfilate, allineate al resto d’Italia, ma per la conformità della costa marchigiana e i suoi lidi affacciati sull’Adriatico risentirebbero ferocemente dell’impatto di un muro alto 8 metri, come quello che si andrebbe a realizzare. Sarebbe un’opera devastante per l’ambiente, il turismo, l’economia. Il comitato presieduto da Enzo Farina promette battaglia. 

 
«Ci siamo costituiti nel febbraio 2019 – dice Farina – abbiamo fatto la raccolta firme che ha prodotto 40mila adesioni in tutta la Regione. Siamo andati a Roma ed eravamo arrivati al punto che Rfi optava per ridurre a 4 metri l’altezza delle barriere. Con la nuova giunta continueremo a confrontarci per arrivare alla modifica della normativa obsoleta». Ma la crociata è in salita, si prepara la mozione ad Ancona insieme ad altre regioni. Ci ripenseranno? La partita è politica, inciderà la capacità di dialogo della giunta Acquaroli a trazione FdI. Con Ceriscioli del Pd si era ottenuto lo stand by al muro sul mare nel 2019, poi c’è stato il coronavirus e adesso Rfi vogliono ripartire. Fanno riferimento a un decreto ministeriale del 2000 che stabiliva di ridurre il rumore al passaggio dei treni in tre mosse: o con barriere fonoassorbenti, o ammodernando rotaie e convogli, o insonorizzando fabbricati limitrofi alle ferrovie. Le Ferrovie scelsero la prima opzione, la Conferenza Stato-Regioni 4 anni dopo approvò e ora si tratterebbe di ergere una muraglia che per Rfi vale 394 milioni di euro solo nelle Marche, 11 miliardi in tutta Italia. 

L’ingegner Mario Galieni, il tecnico del comitato dice che «quando s’interviene su un’infrastruttura strategica per il Paese, con ripercussioni a livello internazionale, le risorse tecniche dovrebbero essere attinte al meglio che abbiamo e ciò non è avvenuto. Dovremmo puntare al livello più avanzato di conoscenze e bisogna prioritariamente intervenire sulle cause del rumore, su rotaie e convogli, non sugli effetti, costruendo muri».

Il vicesindaco Daniele Stacchietti è con il comitato e sottolinea «il problema è prima tecnico poi politico.

Tutelare il diritto alla salute è sacrosanto ma bisogna capire come raggiungere l’obiettivo. Nel caso delle barriere si vorrebbe applicare una scienza vetusta che non tiene conto di alternative come interventi su mezzi, rotaie, sistema frenante. L’indisponibilità a ragionare in tal senso è questione politica. I nostri rappresentati si facciano valere. La Regione aveva fatto molto nella precedente legislatura, paralizzando gli interventi. Mi auguro che l’attuale governo regionale sia attento e sollecito rispetto a un progetto dannoso per il territorio, in particolare per la nostra città». 

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