Porto S.Elpidio, acquisto quote ed ex Fim
L'Ecoelpidiense prende carta e penna

L'ex Fim sul lungomare Sud
L'ex Fim sul lungomare Sud
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Sabato 19 Settembre 2015, 17:30 - Ultimo aggiornamento: 18:08
PORTO SANT'ELPIDIO - Alla luce delle notizie sull'indagine della Procura sull'ex Fim, la società Ecoelpidiense, attraverso il suo ad Mauro De Angelis, prende carta e penna e spiega, dal suo punto di vista, tutti gli aspetti della vicenda.

“Indagini sull’Ecoelpidiense Srl? Non ci risultano - scrive De Angelis in una lunga nota - . Ma se ci fossero, siamo pronti a essere ascoltati dalla Procura della Repubblica per chiarire ogni dubbio. Non è accettabile che dall’esposto dell’ex sindaco di Fermo, attuale dirigente comunale Saturnino Di Ruscio, si inizi a spargere fango su una società che dà lavoro a 105 persone”.



Il Cda dell’Ecoelpidiense quindi ora vuole chiarire ogni aspetto riguardante l’acquisto delle quote societarie della Fim, avvenute nel 2006, e l’acquisto della parte pubblica della società Ecoelpidiense, datata 2010. “Allucinante sentir parlare di turbativa d’asta e abusi di ufficio - è il commento - Questo è l’iter esatto”. Ecco dunque per vari "capitoli" della vicenda la versione della Ecoelpidiense.



CAPITOLO ACQUISTO QUOTE FIM

“Vendita del terreno e bonifica, tutto è partito nel 2006. In primis ci fu una manifestazione d’interesse, pubblicizzata sui giornali, a cui presero parte più ditte tra cui l’Ecoelpidiense. Vista la risposta per una gara ufficiosa, i proprietari, i Consorzi agrari di Ascoli Piceno, Macerata e Ancona, decisero di presentare il bando per l’acquisto del 98% delle quote Fim nel gennaio del 2006. Chi si iscriveva al bando doveva versare il 10% dell’offerta presentata per partecipare. Noi – spiega Mauro De Angelis, amministratore delegato della società elpidiense – fummo tra le tre società ammesse all’asta pubblica, offrimmo 350mila euro per partecipare. Asta che si tenne nello studio di un notaio di Pesaro. Al nostro fianco la Fin.Com.StaSrl di Brescia e la Palazzetti Spa di Pesaro. Base d’asta fu di 2,4milioni di euro”.



Un’asta fatta di rilanci: “Alla fine abbiamo vinto noi, offrendo 3milioni e 700mila euro. Ovviamente, i soldi non erano i nostri, come Ecoelpidiense, ma della società di cui fanno tutt’ora parte i costruttori Simonetti, Sarnari e Abramo. L’Ecoelpidiense partecipò alla gara con il capitale degli altri soci. Ci eravamo dati un tetto di 4milioni di euro”.



La società racconta quindi che la questione sembrava chiusa, ma Palazzetti fece causa ai consorzi, "coinvolgendo l’Ecoelpidiense, in veste di aggiudicatrice della gara, perché riteneva che l’aggiudicazione delle quote fosse stata illegittima. Un vizio di forma della gara fu quello che Palazzetti paventò, riteneva di avere maturato dei diritti avendo effettuato dei lavori in precedenza sull’area, ma alla fine il giudice diede ragione ai Consorzi e di conseguenza all’Ecoelpidiense. Ogni ulteriore informazione e conferma, se qualcuno sta indagando, può richiederla ai Consorzi agrari”.



CAPITOLO ACQUISTO QUOTE ECOELPIDIENSE

“Storia diversa, dove entra in gioco il Comune di Porto Sant’Elpidio. Il Comune – spiega De Angelis - decise di vendere le quote moto proprio. Era il 2010. Presentò un bando europeo. Noi addirittura li diffidammo ufficialmente, perché nel bando avevano pubblicato tutta la strategia industriale della società operante nel settore ambientale, dimenticando che il 57% della società era in mano ai privati. Siamo stati messi in difficoltà dalla pubblicazione di quel bando. Se questo è il decantato feeling…”.



Un bando con base d’asta di 4,2milioni di euro che va deserto e che viene ripresentato, con la riduzione del 20%. “Solo una ditta di Cagliari presentò una manifestazione di interesse che venne scartata dal Comune perché mancante di una offerta economica. A quel punto, come previsto dalla norma e dal bando di gara, l’amministrazione diede 50 giorni di tempo a chiunque avesse interesse a fare una offerta. La presentammo solo noi: 3milioni di euro. Ci chiamano e ci dicono: troppo bassa. Proponiamo allora 3milioni e 700mila euro, cifra superiore ai 3milioni e 360mila che erano la base d’asta della seconda gara. Non va dimenticato che tutti i soci – sottolinea lo stesso Ad - avevano il diritto di prelazione, come da statuto, in caso di vendita”.



Alla fine, vinta la gara, "ci fu un accordo transattivo, visto che c’erano delle pendenze tra Comune ed Ecoelpidiense. Il segretario comunale, per massima trasparenza, mandò l’accordo alla Corte dei Conti, mentre un consigliere di opposizione mandò tutto all’autorità per la vigilanza dei contratti e appalti pubblici. Non ci furono rilievi. Non basta come garanzia?”.



CONCLUSIONE

Di fronte a questa situazione, l’amministratore delegato dell’Ecoelpidiense che ha una partecipazione di minoranza nella Fim Spa, conclude: “Basta fango. Noi siamo qui per fare la bonifica, per ora bloccata da lungaggini burocratiche. Una bonifica cresciuta da 8 a oltre 12 milioni di costo. Una bonifica finanziata esclusivamente dai privati. E ancora dobbiamo sentirci tirare in ballo da fantomatiche indagini che nessuno ci ha mai comunicato. Abbiamo agito nella legge e oggi dobbiamo vedere il nostro nome sui giornali abbinato a illazioni e accuse”.
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