Il mare si fa sotto, pomeriggio di paura
Alcuni chalet chiedono aiuto

Il mare si fa sotto, pomeriggio di paura Alcuni chalet chiedono aiuto
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Mercoledì 25 Marzo 2015, 20:50 - Ultimo aggiornamento: 20:53
PORTO SANT'ELPIDIO - Problemi nell’entroterra fino all’una, poi nel pomeriggio ha cominciato a mettere paura pure il mare grosso. Da Luna Rossa i titolari dello chalet, in via precauzionale, hanno richiesto nuovi sacchi e la protezione civile prontamente è arrivata con una quindicina di sacchi. Il vento forte ha rotto i teli delle verande al ristorante chalet Pepenero “è la seconda volta in un mese – dice sconsolato il titolare Andrea Di Santo – un danno ogni volta di mille euro”.



Da Saxa Beach Noris Recanati dice “i sacchi reggono ancora, l’unico problema è che con questo tempaccio siamo bloccati con i lavori e non potremo riaprire lo chalet a Pasqua, probabilmente riapriremo il 18 aprile”. Ombretta Sant’Andrea dello chalet La Playa de Coccociò dice che ha dovuto picchettare parte della struttura per evitare la devastazione della mareggiata precedente e “al momento – riferiva ieri poco prima dell’una - la situazione è sotto controllo”. Allo chalet Salè la titolare fa sapere pure lei “la situazione è sotto controllo”.

La polizia municipale fa sapere di non aver ricevuto segnalazioni. Difatti non si sono allagati i sottopassi, non si sono registrate situazioni critiche sui fossi. Filippo Berdini responsabile del Centro operativo della protezione civile ieri mattina affermava “l’acqua non è arrivata nemmeno ai sacchi, da Luna Rossa abbiamo portato i sacchetti e abbiamo fatto un intervento per una pianta pericolante alle 10.30, non è stato necessario riaprire il Coc”.



La protezione civile si è attivata di prima mattina comunque, una decina gli uomini impegnati sul campo. A coordinarli c’era Bruno De Angelis, che informa della pianta sradicata dal vento in via Elpidiense, il pino finito in mezzo alla strada. “Un pino giovane – dice De Angelis - siamo stati sul posto per ripristinare la viabilità, mentre gli operai del comune tagliavano la pianta caduta e la portavano via. Eravamo in quattro”. Il pino si era spezzato a metà
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