PORTO SAN GIORGIO - A Romina Santini, ieri, il regalo più bello gliel’hanno fatto i due figli che, dopo 35 giorni in ospedale, ha potuto stringere a sé. Non vedevano l’ora di riabbracciare la mamma e, appena i medici del Murri hanno detto che poteva tornare a casa, le hanno preparato una festa a sorpresa, con tanto di palloncini, cuori e una R, l’iniziale del nome.
Lei, della festa, lo sapeva, ma ha fatto finta di niente. Li ha stretti e l’incubo è sparito. Ha rischiato di morire per il Covid, Romina, che ha 42 anni e vive a Porto San Giorgio. Adesso che il peggio è passato lancia un appello ai giovani. «State attenti. Non rischiano la vita solo gli anziani. Può succedere a tutti. Anch’io pensavo che fosse come una normale influenza, ma non è così», dice e sa che la strada per guarire è ancora lunga. Che, per tornare alla vita di prima, dovrà armarsi di pazienza e caparbietà. Perché le due settimane intubata su un lettino della Rianimazione dell’ospedale di Fermo hanno lasciato strascichi.
Le difficoltà
«Quando mi hanno risvegliata – racconta –, non camminavo più. Mi facevo i bisogni addosso e non muovevo bene le mani. Ero tornata una bambina piccola. Ho dovuto ricominciare tutto da capo. I primi giorni camminavo con il girello. Adesso, anche se non bene, riesco da sola. Ma una mano la sento intorpidita. So che ci vorrà tempo». Dei giorni passati tra sonno e veglia ricorda pochissimo. Qualche flash e parole carpite qua e là. Gli occhi dei medici e degli infermieri, però, ce li ha stampati in mente. «I miei angeli», li chiama. «Per me – spiega – erano tutto. Come una famiglia, visto che la mia non potevo averla accanto. Mi stringevano le mani e mi accarezzano. Quando mi hanno detto che mi avrebbero addormentata, non volevo. Avevo paura di non rivedere più i miei bambini. Mi hanno detto che era per il mio bene».
Come ha contratto il Covid, Romina, non lo sa.
L’attesa
Per due settimane, Marco ha aspettato le chiamate del Murri. Giorni a fissare il telefono e a dormire pochissimo. Finché il 16 gennaio, la donna è stata svegliata. Romina è tornata in reparto e ha potuto rivedere i figli, anche se solo attraverso lo schermo di un telefonino. «Sono loro che mi hanno dato la forza», dice mentre li stringe.