PORTO SAN GIORGIO - “Prevenire il Covid per vivere più a lungo e meglio”. Questo il titolo dell’incontro al teatro di Porto San Giorgio promosso dal Centro studi Carducci. Il racconto di chi era in prima linea quando sono scoppiati i primi casi. Come ha ricordato Luca Romanelli, presidente del Centro studi, che ha presentato la serata, «facciamo questi incontri perché crediamo nella sanità pubblica e solidale». A coordinare l’incontro anche il sindaco Nicola Loira che ha espresso gratitudine verso i medici all’ospedale di Fermo: «Da questa serata uscirete tutti più ricchi e informati su quello si può fare per evitare e prevenire il Covid».
«La nostra esperienza - ha rimarcato Luisanna Cola, primario di Anestesia e Rianimazione - è iniziata il 12 marzo 2020 con il primo paziente Covid ricoverato. Nella prima fase abbiamo avuto 42 pazienti ricoverati e una mortalità dell’11 %. Nella seconda ondata sono stati 109 i pazienti ricoverati, 17 i deceduti e una mortalità del 15%. Nella terza ondata, fino a oggi, sono stati 2 i deceduti e un 22% mortalità. La mortalità media è del 15% circa. Abbiamo curato 160 pazienti con 6 posti letto di Terapia intensiva che, in condizioni normali, ha una media di 200 ricoveri all’anno. Noi ne facciamo di più, nel 2019 sono stati 300 i pazienti ricoverati, 160 nel 2020 e 2021 che significa che la metà dei pazienti in terapia intensiva erano Covid, gli altri 150 non hanno trovato posto.
La dottoressa si occupava della fase più acuta della malattia. «Per la prima volta - ha ammesso - abbiamo avuto paura di morire, paura per noi e per le nostre famiglie. Molti di noi si sono ammalati e sono morti, na questo non ci ha certo impedito di continuare a fare il nostro lavoro». La seconda problematica è stata «fronteggiare una patologia sconosciuta». Il terzo problema, le risorse limitate. «Ora - ha sottolineato - bisogna ricoverare anche i pazienti che non sono Covid, sperando in una cura che ancora non abbiamo». Gianluca Valeri, primario di Radiologia, si occupava di stilare la diagnosi; o meglio, di capire a che punto fosse la malattia. «Ci siamo sentiti fragili - ha ribadito - ma la motivazione professionale si è rafforzata. Abbiamo spostato Radiologia a Sant’Elpidio a Mare e nella seconda ondata provveduto alla Radiologia domiciliare. Abbiamo capito che il territorio è una risorsa e che nessuno si salva da solo».
Infine Antonio Ciucani, responsabile del 118: «Il pronto soccorso era deserto. Siamo passati da una media di 800 accessi settimanali a 200 a settimana con una riduzione del 75%. E i pazienti che non potevano essere assistiti dai familiari li abbiamo dovuti assistere noi. Un altro aspetto drammatico». Un incontro molto partecipato con una conclusione, suggerita dalla Cola: «Vacciniamoci. Usare le mascherine nei luoghi chiusi, laviamoci le mani ma torniamo al cinema e a teatro. Vacciniamo gli adulti ma anche gli under 12 che diffondono il virus in famiglie con anziani, fragili e immunodepressi».