AstraZeneca, personale scolastico in confusione: «Troppi dubbi sulla seconda dose»

AstraZeneca, personale scolastico in confusione: «Troppi dubbi sulla seconda dose»
AstraZeneca, personale scolastico in confusione: «Troppi dubbi sulla seconda dose»
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Lunedì 21 Giugno 2021, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 03:21

PORTO SAN GIORGIO  - AstraZeneca sì. Anzi no. Anzi sì. Un altro pasticciaccio s’è creato attorno al vaccino più discusso. Che adesso ha ricominciato a essere somministrato anche a chi ha meno di 60 anni. Autorizzato da una circolare del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha fatto dietrofront rispetto a quanto previsto una settimana fa. Così, fino all’altro giorno, per le prime e seconde dosi degli under 60 s’è somministrato Pfizer o Moderna. Ora è tornato in campo pure AstraZeneca. Ed è stato il caos.

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Neanche il tempo di accettare l’idea del mix (prima dose AstraZeneca, seconda Pfizer o Moderna), e le carte in tavola sono cambiate di nuovo. Senza contare quelli che avrebbero voluto fare lo stesso vaccino della prima dose, ma non hanno potuto farlo. «Se l’alternativa è non completare il ciclo, si è preferito farlo completare», spiega il direttore del Dipartimento di prevenzione e coordinatore delle vaccinazioni dell’Area vasta 4, Giuseppe Ciarrocchi. Riabilitando AstraZeneca, s’è cercato di evitare che, per paura di mischiare, la gente non si vaccinasse. Che è quello che, in parte, è successo nei giorni scorsi. Quando, nel Fermano, in diversi hanno rinunciato alla seconda dose. Ad esempio al terzo piano del Distretto sanitario di Porto San Giorgio proprio oggi termineranno i richiami del personale scolastico. Tutto vaccinato, tranne qualche rara eccezione, con AstraZeneca alla prima dose.


Un centinaio, di media, le persone che si presentano ogni giorno. Ma c’è anche chi chiama per dire che ha un impegno e non può andare, chi dice chiaro e tondo che rinuncia alla seconda dose perché «non si fida di mischiare» e chi arriva fino a lì, parla col medico e se ne va più scettico di quand’è arrivato, senza fare il richiamo. Che, volendo, può essere di nuovo fatto con AstraZeneca. Basta firmare un consenso informato, con cui si viene messi al corrente dei rischi. A quel punto, il medico può solo eseguire. «Io ci provo a chiedere AstraZeneca. Poi, vediamo che mi rispondono», dice Angela Di Stasi che ha 46 anni e fa l’insegnante. «Se sono qui è perché mi fido della scienza, anche se non nego di essere un po’ agitata», aggiunge. Si divide tra chi vuole chiudere il ciclo con AstraZeneca e chi, spaventato dai possibili, per quanto remoti, rischi accetta volentieri uno degli altri due vaccini, il personale scolastico. Che, alla fine, in maggioranza, si affida ai medici. La fiducia nella scienza e la speranza di poter tornare a una vita normale accomunano un po’ tutti quelli che aspettano il loro turno. Assieme al senso di responsabilità.


«Faccio l’assistente scolastica e domiciliare. Appena ci hanno dato la possibilità di vaccinarci, l’ho fatto. Certo, l’idea del cocktail di vaccini mi preoccupa, non tanto per l’immediato, quanto per il futuro», spiega la 29enne Irene Spernanzoni. Ma c’è anche chi perde la pazienza. E chi se la prende con «chi cambia idea ogni giorno». «Qualche dubbio ce l’ho. Le notizie sono contrastanti. Non c’è una convergenza di vedute. Quello che è valido oggi, domani potrebbe non esserlo più», dice Luca Procaccini, che ha 38 anni. E come dargli torto. Daniela Falvo, di mestiere insegna biologia. Ha 38 anni e «per forza di cose, mi fido della scienza». «Parlerò col medico – spiega –, poi deciderò. In generale, penso sia meglio rischiare per il vaccino che per la malattia».