Porto San Giorgio, viale dei Pini
Cantiere infinito, nuovo sopralluogo

Porto San Giorgio, viale dei Pini Cantiere infinito, nuovo sopralluogo
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Mercoledì 20 Giugno 2018, 07:45
PORTO SAN GIORGIO - Chissà se Tito Livio, quando scriveva «Foedum inceptu, foedum exitu», ovvero «A cattivo principio, cattiva fine» avrà vissuto un caso simile a quello di viale dei Pini? Al di là del contesto di duemila anni fa, questo aforisma dell’autore latino ben si adatta alla storia, travagliata, del cantiere che si trova davanti la chiesa della Sacra Famiglia, ancora aperto dopo oltre 460 giorni. Situazione ancora bloccata, infatti, nei 110 metri di strada più famosi della città, e non si vede, almeno per il momento, la fine. 

Se qualche colpa può aver avuto finora il Comune, stavolta l’attesa senza far nulla è dovuta alle norme del contratto. «Per riprendere possesso del cantiere, devono trascorrere 20 giorni di preavviso – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici, Massimo Silvestrini – e questo termine scade il prossimo 24 giugno». Con il rischio più che concreto che si vada a finire dopo l’estate, se si dovrà ricorrere ad una nuova gara.
Andiamo per ordine, però, perché se è vero che i tecnici comunali e i politici della giunta hanno le mani legate fino a domenica, da lunedì si potrà procedere con le fasi successive. E l’Ente sembra proprio intenzionato a non perdere più nemmeno un giorno. 

Già lunedì, infatti, i tecnici e due pubblici ufficiali dovrebbero fare un nuovo sopralluogo nell’area del cantiere, constatando lo stato dei fatti e poi procedere alla fase successiva. «E’ necessario fare tutti i conteggi – prosegue l’assessore – dove per conteggi intendo la contabilità di cantiere, valutando l’avanzamento delle opere». Ovvero se non saranno trovati altri inconvenienti o altre cose mancanti, resta da fare solo l’asfaltatura. «Da verificare ogni singolo metro» prosegue l’assessore, ed è proprio questa incertezza e impossibilità ad intervenire che non permette di avere tempi certi. Dal momento in cui sarà stata fatta questa valutazione, ovvero capito fin dove è arrivata la Geco prima di lasciare in abbandono il cantiere, la direzione dei lavori, una volta detratti gli acconti versati, pagato quanto fatto alla ditta, calcolati i danni e i maggiori oneri dovuti per l’ultimazione dei lavori, se l’importo sarà a credito, «procederemo all’escussione della polizza» fanno sapere dal comune. 

Nel frattempo però la procedura di ultimazione dell’opera va avanti. Se il residuo avrà un valore minore di 40 mila euro, sarà tutto più veloce. Prima di affidare i lavori con una nuova procedura, però, il comune, per legge, spiega Silvestrini, «è obbligato a contattare le ditte seguenti nella graduatoria originale dell’appalto, per capire se intendono fare loro i lavori, allo stesso prezzo della Geco». Se tutte negheranno la disponibilità, allora si potrà procedere con la gara mediante manifestazione di interesse, procedimento molto più veloce. Se invece la somma dovesse essere superiore alla soglia dei 40 mila euro, allora l’Ente dovrà rivolgersi di nuovo alla Sua per espletare una nuova gara. Tra affidamenti provvisori, ed eventuali ricorsi, i termini, in questo caso, si allungherebbero. Ma le ferie estive incombono e il timore che in ogni caso prima di settembre non si vada avanti, è sempre più alto.
 
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