A Porto San Giorgio i balneari verso l'estate più difficile: «Con la Bolkestein qui non investe più nessuno»

A Porto San Giorgio i balneari verso l'estate più difficile: «Con la Bolkestein qui non investe più nessuno»
A Porto San Giorgio i balneari verso l'estate più difficile: «Con la Bolkestein qui non investe più nessuno»
di Serena Murri
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Domenica 29 Gennaio 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 18:37

PORTO SAN GIORGIO - Entro l’anno una proroga per la scadenza delle concessioni demaniali. A chiederla al governo è la Cna Balneari. La proroga è necessaria per verificare il grado di disponibilità delle spiagge, dalla quale non emergerà la necessità di riassegnare con evidenza pubblica le concessioni, permettendo alle 30mila imprese familiari italiane di svolgere la propria attività, fare investimenti e continuare a garantire l’offerta turistica.


Le conseguenze


La proroga consentirebbe all’esecutivo anche di rinegoziare a livello europeo la riforma del demanio.

Una scelta giusta? Alessandro Quinzi, dello chalet Qui beach e presidente della Cna Porto San Giorgio non è ottimista: «Siamo nell’indecisione totale. Sappiamo solo della scadenza fissata per il 2023 che potrebbe slittare al 2024, nel caso ci fossero difficoltà nel bandire le aste. Noi balneari ci prepariamo ad affrontare la stagione senza sapere se sarà l’ultima. Sicuramente non pensiamo a investire per sistemare le strutture. Sarà un anno complicato, di passaggio. Non si sa se chi ha investito riceverà rimborsi. Ci aspettavamo qualche segnale dal governo. Il governo precedente ci ha messo con le spalle al muro e se ne sono guardati bene dal fare decreti attuativi. Il governo attuale non dice cosa vuole fare».


Lo stallo


Per Quinzi «per assurdo sarebbe meglio sapere che questa sarà l’ultima stagione, invece vai ad affrontare un’altra stagione senza sapere cosa succederà dopo. A partire da febbraio, la nostra categoria inizierà già a ragionare sulla riapertura. Non credo ci saranno grossi stravolgimenti. C’è stato chi in questi ultimi anni aveva fatto investimenti importanti in vista della scadenza del 2033, poi revocata». Lo stesso Quinzi rimarca di non sapere nemmeno come pagare «il mutuo, se mi verrà rimborsato. Insomma, non si può far impresa in questa maniera». Per Susanna Crescenzi, del Dubai Beach, «la stagione passata è stata buona ma vorremmo avere più certezze. C’è un grande caos, che proroghino di un anno o di due cambia poco. Siamo tutti in attesa, senza poter investire. Aspettiamo le decisioni del governo, dal quale sinceramente mi sarei aspettata qualcosa di più in base alle promesse che facevano».


Le prospettive


«Non si sa - sottolinea - se faranno una mini proroga che. in ogni caso, non cambierebbe niente. Non sappiamo cosa succederà tra un anno. Rimaniamo fermi anziché investire. Ci aspettavamo di più. In passato abbiamo fatto investimenti in virtù della proroga al 2033 che poi è stata revocata, anche quella, dall’oggi al domani». Andrea Serafini, dallo chalet Maracaibo parla di «delirio più totale. Prima hanno fatto grossi proclami, poi la nuova presidente del consiglio non ne ha parlato più. Loro stanno cercando di aumentare i tempi della proroga che non è quello di cui ha bisogno la categoria, ma piuttosto di una legge strutturata che oltre a noi tuteli tutto l’indotto in grosse difficoltà. Aziende che ci rifornivano di ombrelloni e lettini si spostano su altri mercati. C’è un fuggi fuggi generale».


La situazione


Per Serafini «il paradosso è che il ministero per lo Sviluppo economico elargisce bandi per il turismo: ma si tratta di bandi con il vincolo di contratti di 6 anni che nessuno ha se è in affitto, che va a sommarsi alla scadenza delle concessioni. Serve equilibrio tra la libera concorrenza e l’investimento fatto. Il governo non prende posizione. La categoria ha fatto investimenti sul lungo periodo, c’è chi per investire sullo chalet ha messo ipoteche sulla casa».

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