In mare c’è Blucy, il drone che studia i fondali anche a più di 200 metri di profondità

In mare c è Blucy, il drone che studia i fondali anche a più di 200 metri di profondità
In mare c’è Blucy, il drone che studia i fondali anche a più di 200 metri di profondità
di Veronica Bucci
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Lunedì 26 Luglio 2021, 08:05

PEDASO  - La Regione è impegnata insieme a un team di ricercatori italiani e croati e altre istituzioni nello sviluppo di un innovativo drone sottomarino in grado di monitorare lo stato di salute dei fondali dell’Adriatico raggiungendo oltre 200 metri di profondità.

Un’attività sviluppata nell’ambito del progetto Sushidrop che rappresenta, tra l’altro, un importante strumento innovativo di monitoraggio degli ecosistemi del mar Adriatico e di applicazione di nuove tecnologie al mondo della pesca in sinergia tra professionisti, ricercatori ed enti pubblici.


«La Blue Economy – ha sottolineato il vicepresidente della giunta regionale e assessore allo Sviluppo economico e Pesca marittima Mirco Carloni- costituisce una fondamentale leva di crescita per l’economia regionale ed il trasferimento tecnologico è essenziale per contribuire ad aumentare il livello di innovazione e sostenibilità di questo settore».

L’obiettivo principale del drone chiamato Blucy è quello di acquisire, attraverso metodi di campionamento non invasivi, un’ampia mole di dati e di monitorare gli habitat marini grazie alla presenza dei diversi sensori che permettono la caratterizzazione dell’ambiente marino dal punto di vista geofisico e biologico. Realizzato nell’ambito del progetto Sushidrop finanziato dal Programma Interreg Italia Croazia, il drone sta affrontando la sua seconda missione al largo di Pedaso.

La Regione coordina le attività di divulgazione e di informazione. I test effettuati serviranno per confermare le capacità e le prestazioni del drone sottomarino che è dotato di fotocamere e di un sonar con tecnologia multibeam (ideale per la misura delle profondità marine e della loro rappresentazione cartografica) e navigherà in maniera autonoma. La missione si svolge nella zona denominata Scogli di Pedaso. Un’area che si trova a circa 30 miglia al largo di Pedaso considerata di grande interesse in quanto si tratta di fondali poco battuti,

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