Montegranaro, Martino nominato commissario. I dem: «Il sindaco mandato a casa senza reali motivazioni»

Gli ex consiglieri del Pd e gli esponenti del partito di Montegranaro
Gli ex consiglieri del Pd e gli esponenti del partito di Montegranaro
di Nicola Baldi
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Venerdì 18 Dicembre 2020, 08:37

MONTEGRANARO - All’indomani delle dimissioni dei 10 consiglieri riconducibili al gruppo civico di maggioranza e dell’opposizione griffata Montegranaro tra la Gente è arrivata la nomina del commissario prefettizio.

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Il traghettatore
Sarà infatti Francesco Martino a traghettare l’ente sino alle prossime elezioni. «Ringrazio il Prefetto Filippi per la fiducia. La stella polare del mio agire punterà su azioni anti Covid a beneficio di tutta la città – le prime parole del dottor Martino -, particolare attenzione sarà rivolta ai più fragili, fascia della popolazione che merita di essere presa ed accompagnata per mano dalle istituzioni». Nella giornata di ieri si è però anche registrata l’analisi della sfiducia in casa del Partito Democratico, fino all’ultimo al fianco del sindaco Ediana Mancini. Sulla metaforica scrivania dei Dem, allestita all’interno di piazza Mazzini per esigenze anti Covid, le cause che hanno portato all’implosione del consiglio comunale facendo cessare in automatico il mandato bis della Mancini.
«Le radici della crisi si riallacciano alla contrapposizione tra noi ed i civici? Basta fare i conti – afferma la segretaria Laura Latini -. Alle ultime elezioni il Pd ha raddoppiato i consiglieri, passando da 3 a 6. Era legittimo un nostro terzo assessore in giunta, ma così non è stato ed abbiamo accettato la scelta della sindaco. Nel mentre Endrio Ubaldi e Giacomo Beverati, unendo le forze, hanno trovato un tesoretto di consiglieri ed assessori in amministrazione per contrapporsi alla nostra folta rappresentanza. Sin dalla prima ora hanno incanalato l’amministrazione su due velocità distinte. Quello che è successo quindi non ci coglie di sorpresa, la motivazione è politica tanto che gli sfiducianti, di maggioranza e minoranza, si sono presentati insieme al protocollo». La segretaria prosegue. «Nulla di tecnico, visto l’arroccarsi del vice sindaco Ubaldi sulla figura di Beverati: o il suo rientro in giunta o nulla da fare, anche oltre la persona di Paolo Gaudenzi, potenziale assessore esterno da sempre a lui vicino. Per la corsa ad essere il più votato Ubaldi è rimasto isolato in consiglio, e l’alleanza tra civici è stata una doverosa strategia di sopravvivenza a sfociare nel canale aperto con l’opposizione. In barba alla volontà degli elettori. Vedremo poi come sarà valutato alle urne anche un eventuale Beverati migrante altrove». Gli ha fatto eco l’ex assessore ai lavori pubblici Aronne Perugini. «Si è mandato a casa un sindaco senza reali motivazioni. Ubaldi ha preferito strizzare l’occhio alla minoranza per un piano già definito: un accordo a destra per le prossime amministrative».

I personalismi
Più pacato l’ex assessore al commercio, Roberto Basso. «Le invidie ed i personalismi hanno preso la scena rispetto all’agenda amministrativa. Non avendo argomenti si è preferito deviare sull’attacco personale – il riferimento ai toni scelti da Beverati nei giorni scorsi – la prova sta nei mancati confronti, chiesti e mai ottenuti. L’amministrazione è caduta per una revoca, qualcuno ora potrà dire di valere un peso specifico senza pari». La chiusura è di Andrea Franceschetti, ex capogruppo di maggioranza. «Totale vicinanza al sindaco, pugnalata alle spalle con fare da finto perbenista di Ubaldi, che ha alimentato spesso i malcontenti tra i civici».