MONTEGIORGIO - Nessuna riduzione di pena, nessun colpo di scena. Tutte confermate, ieri in Corte d’Appello ad Ancona, le condanne inflitte in primo grado per l’omicidio di Maria Biancucci. La 79enne di Montegiorgio, a marzo del 2018, era stata legata ed imbavagliata sul letto, poi pestata brutalmente, fino a provocarne la morte, nel corso di una rapina. Il verdetto di secondo grado ha inflitto 30 anni a Davide Longo, 16 al nipote, Sebastiano Piras, 4 a Zlatina Iordanova, compagna del killer all’epoca dei fatti.
Longo è stato riconosciuto come autore materiale del delitto, Piras come suo complice nella rapina, la Iordanova era in macchina e non partecipò materialmente all’assalto alla casa di Alteta finito in tragedia.
Il ricorso
Si preannuncia ricorso in Cassazione da parte dei legali dei tre condannati, Francesco De Minicis, Elisabetta Palmaroli, Umberto Gramenzi, Emiliano Carnevali. Soddisfazione, invece, da parte degli avvocati dei familiari della signora Biancucci, costituiti parte civile, Igor Giostra di Studia Iuris e Roberto Calcinari.
Le accuse
«L’impianto accusatorio ha retto – le parole di Giostra – pensiamo che le pene siano eque e coerenti, rendono giustizia all’ottimo lavoro svolto dalla polizia giudiziaria e dalla Procura nella ricostruzione del delitto.