Il cuore grande di Monte Urano: raccolti in 36 ore i 50mila euro per far operare la piccola Emilia

Il cuore grande di Monte Urano: raccolti in 36 ore i 50mila euro per far operare la piccola Emilia
Il cuore grande di Monte Urano: raccolti in 36 ore i 50mila euro per far operare la piccola Emilia
di Massimiliano Viti
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Venerdì 21 Agosto 2020, 02:05

MONTE URANO - Il coronavirus non ha indebolito la solidarietà. Semmai l’ha rafforzata, almeno a Monte Urano. Ed ecco che in 36 ore, con oltre 700 donazioni, sono stati raccolti 50.000 euro che consentiranno a Marco Malaigia e alla sua compagna Fabi Mireles, residenti a Monterrey, in Messico, di portare la piccola Emilia (10 mesi) all’Ospedale Bambin Gesù di Roma. 

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Un viaggio della speranza per i genitori e per la piccola che sarebbe affetta da una rara malattia genetica mitocondriale. E grazie ai fondi raccolti sulla piattaforma di crowdfunding Gofundme, il viaggio è stato già programmato per il 31 agosto. All’appello che è girato via social e via Whatsapp hanno aderito moltissimi monturanesi tra cui associazioni, aziende e semplici cittadini che con la loro donazione hanno contribuito al raggiungimento di un risultato insperato e arrivato in pochissimo tempo.
 
«Vorrei fare un ringraziamento enorme a tutte le persone che hanno contribuito con una donazione. Il mondo è ancora fatto di grandi persone nobili che sono pronte ad aiutare» ha scritto Marco sul suo profilo Facebook. «Non ci sono parole per descrivere quello che avete fatto con poco tempo, grazie di cuore per tutto l’aiuto».
Marco Malaigia, 33 anni, è un monturanese che da 6 anni si è trasferito in Messico dove svolge la professione di musicista. Suona il corno. Oltre al lavoro ha incontrato l’amore: Fabiola Mireles. 
E il 29 ottobre 2019 è arrivata Emilia «una bambina apparentemente in perfetta salute» si legge nella descrizione della raccolta fondi. 
L’inizio della malattia
«Da marzo Emilia inizia a stare male, ad avere convulsioni, fino a quando non le viene diagnosticata una rara malattia genetica mitocondriale». Il 14 agosto Emilia viene dimessa dalla struttura medica: è tracheotomizzata e si alimenta attraverso gastrostomia endoscopica. I genitori hanno individuato l’Ospedale Bambin Gesù di Roma come struttura dotata di apparecchiature all’avanguardia e capace di offrire una migliore valutazione del quadro clinico.«Ora Emilia è a casa e le sue condizioni sono stabili» ha detto Marco Malaigia raggiunto telefonicamente. «Sappiamo solo che è affetta da una malattia rara ma vogliamo saperne di più» prosegue Marco. «Qua in Messico hanno fatto tutto il possibile, ma non hanno le attrezzature e le conoscenze per aiutare Emilia. E i medici messicani sono d’accordo che sarebbe meglio trasferire mia figlia in un centro specializzato come il Bambin Gesù».
Il viaggio
Inutile sottolineare come la vita di Marco e Fabiola sia stata sconvolta da questo evento. Il viaggio in Italia dà loro una speranza: la possibilità di poter curare la loro bambina e magari di poter risolvere definitivamente il problema. Ma il viaggio in Italia, per di più in tempo di Covid-19, è troppo oneroso, perché Emilia deve essere trasportata con attrezzatura medica e con personalespecializzato. Da qui l’idea di farsi aiutare dagli amici, dai colleghi musicisti e dai compaesani.

Il tam tam ha funzionato e il risultato è stato sbalorditivo. 

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