Il festival transfemminista a due passi dalla chiesa: a Monte Urano la polemica è servita

Il festival transfemministra a due passi dalla chiesa: a Monte Urano la polemica è servita
Il festival transfemministra a due passi dalla chiesa: a Monte Urano la polemica è servita
di Massimiliano Viti
3 Minuti di Lettura
Sabato 23 Luglio 2022, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 06:03

MONTE URANO - Immaginate che all’orecchio di un anziano signore, accanito osservatore dei cantieri, arrivi la voce che il 30 e 31 luglio si svolgerà, vicino la piazza principale del paese e a meno di 100 metri dalla chiesa, il primo festival transfemminista intersezionale delle Marche. Lo stesso signore che ha appena digerito, si fa per dire, l’horror festival, il festival della paura e dell’orrore che si svolge a Monte Urano, come minimo sgrana gli occhi. E poi si sa che in un paese da 8.000 anime le notizie circolano alla velocità della luce ma spesso non sono conformi all’originale.

Per cui non è difficile pensare che questa iniziativa si trasformi vox populi in un incontrollato e spavaldo gay pride. Apriti cielo! Anzi, apriti chiesa visto che i beninformati hanno visto il parroco storcere il naso (e forse anche un bel tondino di ferro) quando ha saputo cosa sarebbe accaduto a due passi dal luogo di culto. In paese i mugugni non mancano, soprattutto dall’ala cattolica e aumentano di giorno in giorno.  

Il programma 
Il programma del Famfest prevede due pomeriggi in cui si susseguono workshop, presentazioni, conferenze e tavole di discussione, con mostre fotografiche, installazioni artistiche, per poi concludersi con musica live e performance artistiche. «Con questo festival vogliamo promuovere un altro tipo di femminismo – il transfemminismo, una lotta che include le voci delle persone trans e non binarie. Riteniamo, infatti, che la liberazione dall’oppressione di queste identità sia inevitabilmente legata alla liberazione di tutti» si legge nel sito web della manifestazione. Argomenti difficili da comprendere e sviluppare in una grande città, figuriamoci in un paese del Fermano che sta per essere shekerato da questo evento. Ma la sfida di Common Bubble, la locale associazione che organizza il Famfest, è proprio questa come ci conferma Catherina Zazzini: «Non è un gay pride, non è una manifestazione di protesta.

Abbiamo solo sentito la necessità di parlare di questi temi, di informarci di condividere le varie esperienze. Sono oltretutto tematiche molto presenti tra le nuove generazioni». Giovane ma non ingenua, Zazzini si aspettava che il paese rumoreggiasse. Ma forse i decibel hanno superato le previsioni. E manca ancora una settimana.

 
Le perplessità 
«Siamo stati contattati da moltissimi monturanesi che hanno espresso le loro perplessità sull’opportunità di svolgere una manifestazione del genere (e di genere) in prossimità della chiesa, in particolare sabato pomeriggio e domenica mattina quando si celebrano le funzioni religiose» è la posizione di Massimo Mazzaferro, capogruppo della lista di opposizione Cambiamo Musica. «Abbiamo chiesto il cambio della location e la fruizione gratuita. L’amministrazione ci ha risposto che per motivi tecnici e di tempo ciò non è possibile» afferma lo stesso Mazzaferro secondo cui la mancanza di informazione da parte del Comune «questo un tema inclusivo è diventato divisivo».

Il patrocinio del Comune
La manifestazione ha il patrocinio del Comune. «I mugugni? Ce lo aspettavamo ma va bene così. È positivo se poi diventa un modo per dialogare e costruire» afferma l’assessora Loretta Morelli. «C’è poi chi si va ad informare e chi pensa che trans voglia dire gay pride» sottolinea Morelli che prosegue: «La location? Il centro storico del paese con le sue stanze all’aperto si presta ad eventi in cui ci sono laboratori e spettacoli. Ribadisco che non c’è niente da cui nascondersi, non c’è niente di anti clericale o anti cattolico né qualcosa di scandaloso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA