MONTE URANO - I parrocchiani che mugugnano per il FamFest sbagliano. Lo fa capire chiaramente l’arcivescovo Rocco Pennacchio nell’intervista apparsa sul sito web dell’Arcidiocesi. «Non si può esprimere un giudizio previo su qualcosa che ancora deve accadere, a meno che non si annunci un’iniziativa organizzata di proposito contro la Chiesa e i cristiani, ma questo non sembra emergere dal programma» afferma Pennacchio.
La posizione
«Dobbiamo poi evitare - prosegue - di apparire fondamentalisti: il fatto che l’ispirazione che guida gli organizzatori non corrisponda alla visione antropologica cristiana non deve indurre a chiusure pregiudiziali».
Pennacchio esprime anche qualche perplessità: «Ho letto che nel programma è previsto un “laboratorio per bambini su educazione femminista”: di cosa si parlerà? Si ritiene così necessario affrontare temi di femminismo o transfemminismo con i bambini?». E allo stesso modo si interroga sull’Horror Festival: «È così decisivo per la crescita civile e sociale del nostro territorio?».
L’intesa
Maggior dialogo in fase di programmazione quando si toccano temi delicati? «Ci fosse stato richiesto un parere non ci saremmo sottratti, anche per smontare i pregiudizi che troppo spesso vedono la Chiesa in posizione di chiusura. Ciò non toglie che, quando necessario, dobbiamo intervenire», chiude Pennacchio che vuole una Chiesa più protagonista nelle scelte e meno bacchettona.