Calzature con il marchio Igp, un'idea che piace all'Europa. Ecco l'iter

Calzature con il marchio Igp, un'idea che piace all'Europa
Calzature con il marchio Igp, un'idea che piace all'Europa
di Massimiliano Viti
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Sabato 21 Gennaio 2023, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 10:35

MONTE URANO - La calzatura fermana potrebbe ricevere presto il marchio Igp. L’iniziativa partita due anni fa, con Monte Urano comune capofila e denominata Craft Europe, ha portato alla stesura di una proposta di regolamento per poter assegnare il marchio di indicazione Geografica protetta anche ai prodotti non alimentari.

 
La proposta


Proposta che il parlamento europeo dovrà discutere, e presumibilmente approvare, entro la prossima estate.

Se fosse così, già dalla seconda metà del 2023 la calzatura fermana, così come altre aree che si sono interessate alla questione (il vetro di Murano, il merletto di Burano, i violini di Cremona, il cristallo di Boemia, le posate di Solingen e le porcellane di Limoges) potrebbero richiedere l’indicazione Igp. Nel calzaturiero hanno aderito a Craft Europe i comuni di Fermo, Sant’Elpidio a Mare, Porto Sant’Elpidio e Monte San Giusto. Grandi assenti sono Montegranaro (perché nel periodo in cui l’iniziativa fu presentata a Bruxelles era un comune commissariato) e Civitanova Marche che potrebbero però aderire in corsa.


L’obiettivo


«Arrivare all’elaborazione di un regolamento europeo era l’obiettivo di Craft Europe. Per cui dopo l’approvazione del parlamento europeo sarà possibile avere un marchio Igp anche per le produzioni non agroalimentari» precisano Germano Craia, promotore dell’iniziativa, e Federico Lazzari che ha supportato il progetto da Bruxelles. «Sono orgoglioso del risultato ottenuto. C’è chi non credeva che l’Europa potesse ascoltarci e invece questa è la dimostrazione che quando ci sono buoni progetti l’Europa ti ascolta», commenta Craia, secondo cui la creazione di un marchio Igp è «l’unica via percorribile, a costo zero, per invertire il trend negativo del settore calzaturiero. Diventeremmo subito attrattivi per gli investitori internazionali». Craia ha portato l’esempio del settore vitivinicolo italiano, che dopo aver avuto a disposizione i marchi Doc e Docg ha avuto un importante sviluppo.

«E la calzatura potrebbe ripercorrerne il cammino» osserva lo stesso Craia, candidato sindaco alle scorse elezioni comunali a Monte Urano e ora schierato con Azione. Lazzari ha seguito da Bruxelles la parte tecnica e burocratica di Craft Europe. «Di fatto Craft Europe ha cessato di esistere perché ha raggiunto il suo obiettivo. Ora si apre una seconda fase che vedrà impegnate le istituzioni e i produttori». In che modo? La bozza del regolamento prevede che sia un’associazione locale di produttori piuttosto che un ente locale a presentare la richiesta di riconoscimento Igp. Così si scavalcherebbe la burocrazia della politica ed eventuali e improduttivi campanilismi. Si dovrà anche elaborare un capitolato interno per definire i requisiti che un’azienda deve avere per poter ricevere il marchio e quindi affrontare anche l’annosa questione relativa alla geografia della catena produttiva. 


Il valore


«Poter produrre calzature con un marchio Igp è sicuramente un valore aggiunto che aumenta l’attrattività del distretto calzaturiero fermano-maceratese» affermano Craia e Lazzari che attribuiscono grandi meriti a Moira Canigola, sindaca di Monte Urano, fermamente convinta fin dall’inizio del valore dell’iniziativa. «Le calzature del nostro distretto rappresentano un patrimonio locale unico al mondo, che deve essere riconosciuto a livello europeo» aveva affermato in passato Canigola. «Bisognerebbe subito iniziare a parlarne per cui convocherò presto il presidente della provincia di Fermo e altri attori per illustrare la situazione e le opportunità» conclude Craia.

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