"L'accordo per cui il Comune corrispondeva loro il 90% delle rette mentre il 10% era subordinato al raggiungimento di alcuni obiettivi non danneggiava né il Comune né la cooperativa e ha reso possibile l'avvio dell'attività e l'accreditamento - spiega Brandimarti - il problema vero fu che l'Aurora ci fece pervenire delle richieste di pagamento a ridosso della fine del mandato: quattro fatture, tutte datate 28 marzo 2011, con richieste complessive per circa 206 mila euro. Giusto il 19 marzo c'era stato l'ultimo Consiglio comunale, erano stati indetti i comizi elettorali per cui noi non potevamo fare altro che l'ordinaria amministrazione".
Dal 2007 al 2010, infatti, i rapporti con la cooperativa che gestiva la casa di riposo erano stati ottimi. "Tanto che proprio nel 2010 abbiamo rinnovato la convenzione sottoscritta tre anni prima con reciproca soddisfazione", precisa l'ex sindaco.
Sta di fatto, comunque, che ora il Comune si trova sul groppone 500 mila euro da corrispondere all'Aurora. "E' una situazione difficile ma non drammatica - dice l'ex sindaco - se sarà approvato il piano di dilazione decennale, pagare 50 mila euro all'anno renderà il bilancio ingessato ma non sarà così impossibile tirare avanti. Per cui non vedo perché la questione debba scoraggiare chi vorrà scendere in campo per le prossime elezioni. Il dubbio che mi resta è sul perché non si sia seguito un iter amministrativo anziché civile". Però nel 2011 Brandimarti scelse di lasciare la politica, "Non era certo per la casa di riposo, anzi, ci avrei tenuto a risolvere la vicenda - chiude l'ex primo cittadino - già dal 2010 ero molto affaticato dal lavoro in Comune e avevo così deciso di lasciare. In ogni caso sono sereno, ho sempre agito per il bene della collettività"
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