La piccola Monsampietro batte tutti, è suo il primo Comune riaperto nel cratere dopo il terremoto

La piccola Monsampietro batte tutti, è suo il primo Comune riaperto nel cratere dopo il terremoto
di Francesca Pasquali
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Venerdì 19 Novembre 2021, 06:25

MONSAMPIETRO MORICO - Quando è stato chiuso, subito dopo la scossa del 30 ottobre 2016, i bambini delle elementari di Monsampietro Morico forse neanche se lo ricordano. Dopo cinque anni, sono stati loro i primi a entrare, ieri mattina, nel municipio rimesso a nuovo, «il primo a riaprire del cratere marchigiano». Un anno di lavori, costati circa 700mila euro, «concretizzati in questa importante rinascita di un presidio strutturale strategico della cittadinanza intera».

 
Le stanze
Rinascita è la parola che Romina Gualtieri usa più spesso mentre, orgogliosa, gira tra le stanze del Comune ristrutturato. Insieme a «volontà, tenacia, pervicacia e determinazione». Parole che la sindaca conosce bene, al punto da essere appellata come «leonessa» dalla prefetta Vincenza Filippi. Parterre di riguardo per il taglio del nastro. Sotto un filo di pioggia, per la foto di rito, c’erano le più alte cariche militari e civili del Fermano. Riunite per vedere l’opera conclusa, «frutto di resilienza, impegno e sacrificio: in una parola di amore per la propria terra», dice Gualtieri. «Più difficile – prosegue – sarà ricostruire il tessuto sociale: un impegno che implicherà dura tenacia, da concretizzare con il dovere del coraggio». I lavori hanno riguardato il rifacimento del tetto e il rafforzamento della struttura portante, che è stata consolidata e resa non ribaltabile grazie alle fibre di carbonio. Dopo cinque anni passati in un container, «in una situazione pesante e drammatica», i tre dipendenti e i quattro aggiunti dopo il terremoto torneranno a lavorare in uffici veri e propri.


Le pratiche
Di cui uno – spiega la sindaca – dedicato alle pratiche per il sisma, «per consentire snellimento e accelerazione dell’attività di ricostruzione», e uno per la videosorveglianza, «per far sì che ci sia maggiore sicurezza anche nei borghi lontani dai centri più grandi».

Plaude alla sindaca-leonessa, la prefetta. E al suo «non perdere mai di vista la speranza, la battaglia e la capacità di essere sempre un servitore delle Stato». «Qui rinasce il collegamento tra territorio e struttura amministrativa, che continua anche in emergenza e diventa il primo baluardo nella difesa dei cittadini», dice Sisto Russo, delegato del capo del Dipartimento di Protezione civile. In prima fila anche altre due fasce tricolore: Flaviana Bagnoli, vicesindaca di Bentivoglio, nel Bolognese, e Ivan Pendeggia, sindaco di Montevecchia, in provincia di Lecco. Il primo Comune, il 27 maggio 2017, ha stretto un patto d’amicizia con Monsampietro.


L’intesa
«Eravamo pronti per il gemellaggio – spiega Bagnoli –, ma poi è arrivato il Covid. Appena sarà possibile, lo faremo. Poi, verremo col nostro coro per un concerto gratuito». Il secondo ha devoluto l’incasso di una cena a base di amatriciana al paese terremotato. Allora, Pendeggia era presidente della Pro loco. Il 4 ottobre di quest’anno è diventato sindaco. «Ho chiamato subito Romina – racconta – e le ho detto: “Adesso siamo colleghi”». Il 2021 porterà un altro taglio del nastro a Monsampietro. A fine dicembre riaprirà il teatro comunale.

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