FERMO - C’è un giovane di 34 anni ricoverato nel reparto di Malattie infettive del “Murri”. Non è vaccinato e, dall’altro ieri, respira col “Cpap”, il casco per l’ossigeno. Come una donna di 48 anni nelle stesse condizioni. Non sono vaccinati neppure i cinque positivi in terapia intensiva e 14 dei 22 ricoverati in Malattie infettive.
L’incubo
«Fa male – dice il primario Giorgio Amadio – perché stiamo rivivendo un po’ l’incubo dell’anno scorso. Il reparto si sta di nuovo riempimento e potevamo evitarlo». Con le vaccinazioni. Per incentivarle, il direttore dell’Area vasta 4 ha messo attorno a un tavolo i primari di Malattie infettive, Pediatria, Dipartimento di prevenzione e Professioni sanitarie. S’aspetta «un picco molto alto a gennaio», Roberto Grinta. Che s’impegna «a garantire le sedute operatorie e a dare assistenza ai malati nel periodo natalizio». Ma la battaglia sarà impari fino a quando non aumenteranno i vaccinati, «soprattutto quelli delle prime dosi».
La variante Omicron
Perché con la variante Omicron, che ha «un indice di trasmissibilità di uno a dodici», sarà «più facile avere un numero più alto di pazienti che abbiano necessità di ricovero». Col vaccino «la probabilità di non arrivare al ricovero è di almeno venti volte maggiore», spiega Amadio. Mentre, senza, «sarebbe stato un massacro». «Se non vacciniamo e riduciamo il carico sulla struttura sanitaria – prosegue – pagheranno tutti, anche il personale che da oltre due anni è in guerra». Gli “angeli”, all’inizio della pandemia, che – dice il direttore delle professioni sanitarie, Renato Rocchi – «continuano a dare il massimo, ma cominciano a manifestare una stanchezza evidente», per cui «vanno sostenuti anche sotto il profilo numerico» e «hanno bisogno di meno aggressività e più comprensione».
I contagi
Perché i contagi continuano a salire. 152 i nuovi casi registrati ieri nel Fermano.
Le vaccinazioni
Da gennaio, le vaccinazioni si sposteranno alla “don Dino Mancini”, con i pediatri. «L’adesione è buona. Tutti gli slot aperti per gennaio sono occupati», fa sapere il direttore del Dipartimento di prevenzione, Giuseppe Ciarrocchi. Per il quale «siamo in piena pandemia e, per rispondere a tutti i bisogni della popolazione, ci vorrebbe l’esercito». Anche se da gennaio si potrà contare pure sul Novavax (il nuovo siero americano), «il vaccino è un’arma spuntata e da solo non basta perché non siamo tutti vaccinati e perché c’è un decadimento dell’immunità anticorpale molto rapido». Da qui, l’appello a rispettare le misure di protezione individuale, soprattutto durante le feste di fine anno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA