Amandola, danni dopo il nubifragio
Ponte pericolante e strade distrutte

Una strada di Amandola ricoperta di fango
Una strada di Amandola ricoperta di fango
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Martedì 7 Giugno 2016, 16:17

AMANDOLA - La conta dei danni. Nel pomeriggio di lunedì, anche ad Amandola, forti nubifragi hanno causato ingenti danni a gran parte della rete viaria comunale. La zona più interessata è risultata l’alta valle del Tenna: in breve il ponte della frazione di Vesciano è risultato pericolante e sul luogo si è recato di persona il vice sindaco di Amandola con i tecnici comunali per un sopralluogo per verificarne la stabilità.
 

 


In zona si sono verificati ancora forti danni alle strade comunali delle frazioni di Bore, S. Cristoforo, Marnacchia , Valegnara, Spiazzette.

«Siamo di fronte ad un problema generale – dichiara il sindaco di Amandola Marinangeli -. Nonostante tutto la viabilità è stata garantita da un immane lavoro dei mezzi comunali coadiuvati dai nostri tecnici , che hanno lavorato senza sosta, anche sotto le intemperie. Siamo comunque preoccupati per i prossimi giorni, dato che le previsioni meteo non sono delle migliori, tanta è stata la paura per l’incolumità dei cittadini e degli operai che ringrazio per la loro valentia. Ora occorre fare una stima degli ingenti danni. Il rischio più grave è corso a Villa Bore dove una famiglia è rimasta isolata per diverse ore per una frana, prontamente riparata dai mezzi comunali. In prossimità della città di Amandola, invece, ci sono stati danni lungo la sponda destra del fiume Tenna dove la piena ha letteralmente distrutto l'impianto di irrigazione dello stadio comunale. Nonostante l’emergenza, per spirito di solidarietà e collaborazione, abbiamo inviato nel pomeriggio di lunedì uomini e mezzi della Protezione Civile locale in aiuto al Comune di Servigliano gravemente colpito dall'evento ed al quale inviamo la nostra totale solidarietà e vicinanza».

La situazione disastrata, i costi per il ripristino definitivo della viabilità, fanno presagire che il Comune di Amandola si attiverà, come avvenuto per le intemperie degli anni passati, per chiedere lo stato di calamità naturale presso la Regione Marche, essendo i fondi disponibili per i comuni sempre più ridotti.

 

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