Sempre più difficile aiutare le lucciole
Gli operatori di strada in difficoltà

Sempre più difficile aiutare le lucciole Gli operatori di strada in difficoltà
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Giovedì 18 Settembre 2014, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 11:56
PORTO SANT'ELPIDIO - Il loro un punto di vista importante, sono gli operatori di strada che cercano di salvare le lucciole, ma difficile. Maxirissa tra prostitute di sabato notte. Non si esclude alcuna ipotesi. Il racket a Porto Sant'Elpidio si è riorganizzato dopo gli arresti e le indagini in corso legate all'operazione "Casa Transilvania".

Le ipotesi sono due: o dal carcere qualcuno ha passato la mano, oppure le stesse ragazze si sono riorganizzate tra di loro. “Dopo gli arresti c'è stato un riassetto del sistema. Una cosa naturale, che accade sempre” dice Vincenzo Castelli, presidente dell'associazione On The Road di Martinsicuro. Onlus che difende e sostiene i diritti delle vittime di tratta e contrasta lo sfruttamento della prostituzione. “Può accadere che chi è in galera affidi ad altri la gestione delle ragazze. Da dietro le sbarre si può lasciare il controllo ai sottoposti. Può accadere anche che le romene lavorino per conto loro. E' frequente lo sfruttamento tra prostitute, soprattutto tra nigeriane e romene” conclude Castelli. La paura è palpabile per chi lavora in strada, come Alexandra, operatrice della On The Road, che ieri sera era a Porto Sant'Elpidio per aiutare le ragazze e dar loro un sostegno di qualsiasi genere. “Lavoriamo fino a notte fonda e vediamo tante ragazze, ma è difficile che qualcuna si confidi con noi - racconta Alexandra - purtroppo a Porto Sant'Elpidio si è optato per soluzioni che non hanno funzionato. Con noi le ragazze tacciono, perché parlare è pericoloso. Ci sono sempre in giro persone che controllano, anche la nostra associazione è controllata, questo lo abbiamo segnalato da tempo, ma pare che non si riesca a smuovere nulla”.



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